Alla vigilia della gran bottega dell’Expo – vetrina delle menzogne delle multinazionali e degli stati che affamano e sterminano le popolazioni e devastano il pianeta in nome del profitto – a Milano si moltiplicano le operazioni repressive.
Operazioni sapientemente precedute da giorni di una campagna propagandistica su giornali e televisioni che punta a presentare come pericolosa e criminale qualsiasi forma di dissenso dal traballante carrozzone di expo.
Dopo il Giambellino, oggi è stato il turno della zona nord: la sede di RadioCane, l’associazione La Mandragola e due case occupate nel quartiere sono state oggetto di perquisizioni, fermi, denunce e un arresto.
Inutile dire che l’accusa è sempre la solita: resistenza.
Una resistenza che non è solo allo strapotere dei pubblici ufficiali ma anche – e soprattutto – alla logica normalizzante che ci vorrebbe tutte/i prone/i di fronte al dio-capitale. Ed ecco che una radio che da anni va contro il rincoglionimento di massa, proponendo testimonianze internazionali sui conflitti sociali in atto, deve essere messa a tacere.
D’altronde sappiamo bene che la tanto sbandierata libertà d’espressione non è altro che un modo per manipolare il concetto di libertà e farne un fantoccio ad uso e consumo dei poteri dominanti.
Siamo al fianco di RadioCane e del suo importante e sensibile lavoro di informazione, della Mandragola e degli abitanti delle case occupate del quartiere, così come siamo al fianco del Rojava ed alla sua sperimentazione di una comunità altra.
Non intendiamo farci sottrarre nessuno spazio di critica né di pratica. Non ci faremo mai sottomettere!
Con la resistenza (quella vera!) nel cuore
Le compagne di dakobaneanoi
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