La giornata di ieri ci ha tenute col fiato sospeso, dopo l’incursione notturna di alcune decine di fondamentalisti dell’ISIS a Kobane, travestiti con altre uniformi (1 e 2) e con le barbe rasate.
Cerchiamo di fare una sintesi della situazione, al di là della miseria informativa dei media nostrani.
Oltre cento civili sarebbero stati uccisi dai militari del “Califfato” a Kobane e nei villaggi circostanti, ma le/i combattenti di YPG/YPJ avrebbero di nuovo sotto controllo la situazione e i combattimenti sarebbero circoscritti ai due edifici ancora occupati da ISIS, mentre 80 civili presi in ostaggio dalle bande di fondamentalisti nel centro città sarebbero stati liberati.
Nel “cuore del Califfato”, cioè a Raqqa, sarebbe in corso da ieri una pulizia etnica contro la popolazione curda, a cui erano state date 72 per lasciare la città, mentre nella provincia di Al-Baraka, sotto controllo dell’ISIS, ragazze yezide costrette alla schiavitù sessuale sarebbero state messe in palio come premi per una gara di memorizzazione del Corano in occasione del Ramadan.
Erdogan continua a sostenere l’estraneità del governo e dell’esercito turchi e a negare l’ennesimo passaggio di ISIS dal confine turco – arrivando perfino a parlare di “campagna denigratoria” contro la Turchia. Ma, d’altra parte, l’intensa attività dell’esercito turco registrata nei giorni scorsi, lo scavo di trincee sulla linea di confine, la tempestività dell’agenzia di Stato turca Anadolu Agency nell’immortalare, ieri, il momento dell’esplosione del camion-kamikaze a Kobane, così come il fatto che membri di ISIS in fuga si siano rifugiati fra le fila dell’esercito turco e che tre membri di ISIS catturati vivi siano cittadini turchi, fa tornare alla memoria ciò che Demirtaş aveva denunciato non più di un paio di settimane fa, e cioè che “centinaia di cellule di ISIS in Turchia attendono ordini”.
Viene, però, anche da chiedersi se complice delle bande di ISIS sia soltanto la Turchia…
Secondo Michel Chossudovsky, infatti, “Lo Stato Islamico o ISIS era in origine una entità affiliata ad Al-Qaeda, creata dall’Intelligence degli Stati Uniti con l’appoggio dell’M16 britannico, il Mossad israeliano, i servizi di intelligence del Pakistan e la presidenza generale dell’intelligence dell’Arabia Saudita”. Pur non condividendone alcuni passaggi, proponiamo la traduzione del suo articolo, che offre ulteriori spunti di riflessione in particolare se ad esso affianchiamo l’analisi di Julie Lévesque sui legami tra la CIA e Boko Haram in Nigeria.