Mentre a Kobane si piantano alberi per realizzare uno dei sogni dei giovani uomini e donne massacrati a Suruc, in Turchia la polizia tortura le/i giovani e minaccia di decapitarli, come spiega questo articolo che abbiamo tradotto da Jinha.
Giovani arrestati nelle operazioni: “La polizia ha minacciato di decapitarci”
di Zehra Doğan e Beritan Elyakut
RIHA – Da quando due poliziotti sono stati uccisi a Ceylanpınar, in Turchia, il numero di arrestati/e nella zona ha raggiunto i 37. I/le giovani arrestati nell’operazione dicono che la polizia li ha minacciati di decapitazione se non avessero fornito falsa testimonanza.
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Leyla Güven, del Partito democratico popolare (HDP) di Urfa, ha incontrato gli avvocati degli arrestati nell’operazione. Agli/alle arrestati è stato negato l’incontro con i loro avvocati. Solo in tre (Sedat Yilmaz, Hasan Aydın e Mehmet Naci Yılmaz) hanno potuto incontrarli. Leyla afferma che ci sono le prove che gli arrestati siano stati sistematicamente torturati nel corso dell’operazione di polizia.
“I giovani sono stati presi dalle loro case alla rinfusa, portati sul tetto di un edificio a tre piani e minacciati di morte. Subito dopo sono stati portati in un campo deserto, messi sul bordo di fosse scavate nel terreno, con la testa coperta da sacchetti di plastica e coltelli alla gola”, ha dichiarato Leyla. “Quando si sono rifiutati di rivendicare i crimini di cui erano accusati e di dare falsa testimonianza, sono stati pesantemente torturati”.
Leyla ha contattato il capo della polizia di Urfa, Eyüp Pınarbaşı, a proposito di queste minacce e torture. Questi le ha risposto: “Cosa ti aspetti? Dovremmo rimanere in silenzio quando la gente uccide la polizia? Stiamo facendo ciò che è necessario”.
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