Strage ad Ankara!

Sarebbero almeno 30 i morti e più di un centinaio i feriti dell’ennesima strage in Turchia. Questa volta il massacro è avveuto ad Ankara, durante una manifestazione per la pace. Dopo le esplosioni, la polizia ha caricato i manifestanti con lacrimogeni e idranti, ritardando l’accesso delle ambulanze che dovevano soccorrere i feriti.

Ricordiamo che lo scorso 20 luglio a Suruç furono colpiti giovani uomini e donne – 33 morti e un centinaio di feriti – che volevano andare a Kobane, in Rojava, per contribuire alla ricostruzione della città.

Prima ancora la strategia stragista aveva preso di mira il comizio finale dell’HDP a Diyarbakir (Amed), lo scorso 5 giugno: 4 morti, centinaia e centinaia di feriti, di cui molti con le gambe mutilate.

Alcuni dati di cui tener conto:
– il 5 ottobre scorso Rezan Rojhilat, comandante delle YPG, aveva denunciato il sostegno dell’Intelligence (MIT) e dei militari turchi nell’attacco fondamentalista al quartiere kurdo ‘Sheikh Maqsoud’ di Aleppo, in cui sono stati utilizzati anche i razzi Katyusha;
– l’8 ottobre un’associazione siriana per i diritti umani, la SOHR, aveva segnalato che membri delle bande di ISIS stavano fuggendo in Turchia, confermando inoltre che due brigate mandate dallo stato turco stavano conducendo attacchi contro il medesimo quartiere kurdo di Aleppo, al fianco dei fondamentalisti di Al-Nusra e Ahrar al-Sham.

Crediamo ci sia poco altro da aggiungere…

Per aggiornamenti:
FiratNews
#ankarabomb

Aggiornamento delle 15.50:
il numero dei morti è salito ad 86, e i feriti sarebbero quasi 200.
Questo il comunicato di Uiki – Ufficio di informazione del Kurdistan in Italia:
UIKI: Condanniamo l’attacco alla Marcia per la Pace di Ankara!
Condanniamo fermamente il massacro avvenuto questa mattina ad Ankara. Oggi ad Ankara era in programma una manifestazione pacifica organizzata dai sindacati (KESK, DISK, TMMOB, TTB, SES) e dalle organizzazioni della società civile a favore della pace e la libertà.
Quando la gente, che si era radunata nella piazza della stazione centrale di Ankara, stava per iniziare a muoversi con il corteo sono esplose due bombe. La prima bomba è esplosa nello spezzone del corteo dell’HDP. Il bilancio è di 86 morti e più di 200 feriti, di cui molti in gravi condizioni, ed esiste un grande pericolo che il numero di morti possa aumentare.
Molti feriti sono ancora in attesa delle ambulanze per essere portati all’ ospedale. Dopo le esplosioni è arrivata sul posto la polizia che invece di aiutare a soccorrere i feriti ha attaccato i superstiti con gas lacrimogeni e ha ostacolato i soccorsi.
Mentre i canali di informazione liberi lanciano appelli a donare urgentemente il sangue per i feriti gravi, la gente che si reca in ospedale viene cacciata via dalla croce rossa turca che afferma che non c’è bisogno di donazioni. Tutte le vittime di questo massacro sono martiri per la pace e per la libertà.
Questo è un attacco da parte di chi vuole la guerra. È un attacco contro la volontà espressa da tutti coloro che da ogni parte del paese si sono recati ad Ankara per chiedere la pace.
Il KCK aveva dichiarato che per rispondere alle richieste delle forze internazionali, contro le menzogne dell’AKP che usa questa guerra per impedire al popolo di esprimere la sua volontà nelle prossime elezioni del 1 novembre, e per garantirne la sicurezza e la trasparenza, domenica avrebbe dichiarato ufficialmente un nuovo cessate il fuoco.
I responsabili di questo attacco sono gli stessi del massacro del 5 giugno ad Amed (Diyarbakir), del 21 luglio a Pirsus (Suruç). Fanno parte di quella strategia dello stato turco che dal 24 luglio attacca la zona di difesa di Media a Qendil e tutte le città del Bakur massacrando la popolazione del Kurdistan.
La responsabilità di questo attacco è di coloro che hanno fermato il processo di pace per una soluzione della questione curda, di coloro che attaccano il popolo e le sue conquiste per la propria egemonia. Di coloro che vogliono la guerra. Qualunque sia il gruppo utilizzato come esecutore materiale di questo massacro, i mandanti sono Recep Tayyip Erdogan, il l partito dell’AKP e lo stato turco.
Noi come Ufficio D’Informazione del Kurdistan in Italia condanniamo questo massacro sanguinoso e porgiamo le nostre condoglianze alle famiglie dei martiri e a tutto il popolo del Kurdistan e della Turchia.
Ufficio di Informazione del Kurdistan in Italia
 – UIKI Onlus