Nei dintorni di Shengal da mesi, dopo la liberazione, vengono alla luce decine di fosse comuni di yezidi, che testimoniano la ferocia di ISIS/Daesh contro la popolazione civile. Allo stesso modo il governo di Erdogan sta trasformando in fosse comuni i seminterrati di Cizre dove le persone hanno cercato riparo dalla violenza delle forze armate. È di ieri la notizia di un terzo seminterrato, dove altre persone sono state bruciate vive; attualmente, le persone sopravvissute a questo ennesimo massacro non sono più in grado di respirare per la grande quantità di lacrimogeni che sono stati sparati nell’edificio. Un gruppo di donne con le bandiere bianche, sta cercando di raggiungere quest’ultimo edificio, nella speranza di fermare il massacro.
Le testimonianze e le immagini (per chi ha stomaco, qui ce ne sono alcune) raccontano di decine e decine di corpi – oltre 60 – bruciati, smembrati e perfino decapitati. Sembra che siano state utilizzate anche armi chimiche. I media dei paesi Nato, ovviamente, tacciono.
Mentre i fascisti turchi festeggiavano sui social le infami stragi con l’hastag #Cizrede60Leş (“a Cizre 60 in meno”), ad Izmir, ieri, un gruppo di persone del Peace Bloc ha cercato di tenere una conferenza stampa. 47 persone sono state arrestate e, tra loro, due donne che hanno denunciato pesanti molestie sessuali da parte della polizia mentre erano in stato di fermo, con la bocca bendata.
In Iran, il tribunale di Khoy ha negato definitivamente ad una prigioniera politica kurda, Zeyneb Celaliyan (Zeynab Jalalian), un trattamento sanitario adeguato al grave problema agli occhi generato dalle torture che le sono state inflitte in carcere. Inizialmente condannata alla pena di morte, Zeyneb è attualmente condannata all’ergastolo.