Ancora una volta il governo turco e Daesh/ISIS si muovono di pari passo.
Dopo il terribile triplice attentato jihadista a Till Temir, con 25 morti e oltre 100 feriti (qui il comunicato del copresidente del cantone di Cizîrê, Xelîl Osman), il governo dell’AKP continua ad attaccare mortalmente la popolazione nel nord del Kurdistan, dove oltre un milione di persone sta vivendo sotto coprifuoco; a Silopi le scuole sono state chiuse e trasformate in quartieri generali militari, preannunciando un feroce massacro, nel silenzio complice del mondo intero, mentre al confine col Rojava la Turchia sta costruendo un “muro della vergogna“.
La popolazione kurda continua ad organizzare la propria autodifesa, come le donne che hanno formato le YPJ-S a Sur.
Riportiamo il comunicato del Centro Socio-Culturale Curdo Ararat e di Rete Kurdistan Roma sulla situazione in Kurdistan.
Presidio contro la repressione della popolazione civile in Kurdistan (Roma, 17 dicembre)
La situazione nella regione del sud-est della Turchia (Kurdistan Bakur) si fa ogni giorno più grave. Ormai da diversi mesi la popolazione civile è sottoposta continuamente a coprifuoco e costretta a vivere sotto un assedio che ha devastato città intere e nel quale dal mese di agosto ad oggi sono rimasti uccisi oltre 160 civili.
L’attacco dello Stato Turco diventa ogni giorno più violento.
A Diyarbakir, il quartiere della città vecchia di Sur è sottoposto da giorni ad un durissimo coprifuoco e assediato. Ulteriori provvedimenti riguardano le città di Nusaybin (7° dichiarazione di coprifuoco) ed il distretto di Sirnak, dove a Cizre e Silopi le scuole sono state chiuse a tempo indeterminato e centinaia di mezzi militari hanno occupato le città.
Si prepara un nuovo massacro.
La Turchia sta portando avanti una vera e propria guerra contro i suoi stessi cittadini, mentre il resto del Mondo sembra dall’altra parte di fronte agli orrori ed alla pulizia etnica che oggi, come negli anni ’90, ancora una volta colpisce il popolo curdo, centinaia di migliaia di uomini, donne e bambini.
Nei durissimi scontri nella città di Diyarbakir, dove gli abitanti stanno resistendo contro gli attacchi di polizia ed esercito, lunedì scorso due ragazzi di 18 e 21 anni sono stati uccisi dalla polizia che ha più volte aperto il fuoco sparando contro i manifestanti.
Sono solo le ultime due vittime di una lunga scia di sangue che sembra non avere fine.
L’Unione Europea e l’Italia, con il pretesto di un presunto controllo dei flussi migratori, hanno sottoscritto con la Turchia un accordo vergognoso attraverso il quale di fatto viene finanziata e sostenuta la violazione dei diritti umani da parte di Erdogan, sia nei confronti dei profughi e richiedenti asilo, sia della popolazione curda in Turchia.
L’ipocrisia dei governi occidentali è sempre più evidente.
Da un lato fa comodo avere i curdi e le curde dalla propria parte nella guerra di liberazione contro ISIS in Siria e in Iraq, dall’altro si mantiene il PKK nella lista delle organizzazioni terroristiche e si consente all’alleato Erdogan di compiere stragi e massacri.
L’attacco che si sta portando avanti in questi giorni è di proporzioni enormi: i compagni e le compagne curde, le organizzazioni della società civile, i partiti ed i movimenti hanno lanciato un appello per un immediata MOBILITAZIONE INTERNAZIONALE in SOLIDARIETÀ CON LA RESISTENZA CURDA, contro il TERRORISTA ERDOGAN, a sostegno DELL’AUTONOMIA DEMOCRATICA e della PACE.
Per questo, giovedì 17 dicembre, la Comunità Curda di Roma e la Rete Kurdistan Roma invitano tutte le persone solidali a ritrovarsi in Piazza del Pantheon per rompere la cortina di SILENZIO calata sul MASSACRO che, oggi più che mai, viene portato avanti dalla Turchia contro il popolo curdo.
GIOVEDÌ 17 DICEMBRE – ORE 15:30 – PIAZZA DEL PANTHEON – ROMA
Centro Socio-Culturale Curdo Ararat
Rete Kurdistan Roma