La vita come strumento di resistenza

Da un paio di mesi decine e decine di prigioniere e prigionieri politici kurde/i hanno risposto all’appello di 13 loro compagni/e e stanno portando avanti uno sciopero della fame ad oltranza: Secondo i dati dell’Iniziativa di solidarietà con le carceri, 219 detenuti, 38 dei quali donne, stanno partecipando allo sciopero della fame in 27 carceri, scrive UIKI. Donne e uomini che stanno usando la propria vita come strumento di resistenza contro il regime fascista dell’alleanza AKP-MHP. Le loro richieste sono:
•    mettere fine all’isolamento delle prigioniere politiche e dei prigionieri politici, in particolare a quello del Leader del popolo curdo Abdullah Ocalan;
•    cessazione dei maltrattamenti da parte dei guardiani durante le visite dei familiari;
•    misure per la cura delle prigioniere e dei prigionieri malati;
•    cessazione delle violazioni dei diritti delle detenute e dei detenuti;
•    fine dei fermi e degli arresti legati all’aver espresso opinioni e aver svolto lavoro politico;
•    fine della repressione politica e militare della popolazione. Continua a leggere