Le donne yezide: “Non permetteremo un altro massacro”

Cresce il numero dei morti civili nei bombardamenti turchi sui villaggi del Kurdistan iraqeno, mentre sul Rojava continuano a volare minacciosamente, anche a bassa quota, gli aerei militari della Turchia – anche in contemporanea alle offensive di ISIS.
Che queste operazioni e il silenzio internazionale facilitino le operazioni di ISIS e lo rafforzino è fuor di dubbio.
E mentre gli assiri del Rojava si appellano alla NATO affinché fermi il macellaio turco, la resistenza yezida contro ISIS – e in particolare quella delle donne – nella zona di Shengal cresce e si rafforza, come ci racconta questo articolo che abbiamo tradotto da JINHA.

Le donne yezide: “Non permetteremo un altro massacro”
di Zehra Doğan / JINHANEWS CENTE

I PARTE
È passato un anno da quando Daesh [ISIS nell’acronimo arabo, NdT] ha lanciato una campagna di massacri e stupri contro la popolazione yezida. Per migliaia di donne yezide, questo è stato un anno di perdita delle proprie famiglie, stupro e trauma.
[…] Il 3 agosto 2014, Daesh ha sequestrato circa 7.000 donne e bambini, dalla città yezida di Shengal, che si trova nella regione federale del Kurdistan iracheno.
[…] Secondo i dati ufficiali, circa 500 donne sono riuscite a fuggire con propri stratagemmi. Altre migliaia di donne continuano ad essere vendute oggi in “mercati di schiavi” istituiti in città controllate da Daesh e in luoghi lontani come l’Arabia Saudita. Quel mese di agosto, gli yezidi scampati al massacro hanno imboccato la strada polverosa fuori Shengal a piedi. È stata una marcia della morte per migliaia di persone, che sono morte di fame e di sete lungo la strada. Guerriglieri/e affiliati con HPG e YJA-Star hanno aperto un corridoio di sicurezza da Shengal alla regione autonoma del Rojava in Siria. Migliaia di donne e bambini yezidi sono stati evacuati nel campo profughi Newroz, nella città di Derik. Altri yezidi sono scappati nei campi profughi in Turchia.
770x500cc-ezidi-kadinlar-dosya-haber-manset Molte delle donne che sono fuggite da Daesh hanno scelto di dirigersi verso le città della regione federale del Kurdistan, piuttosto che vivere nei campi profughi. Un gran numero di queste donne vive nelle città di Zakho e Duhok. Riferiscono che siccome le donne continuano ad essere catturate da Daesh, il numero delle prigioniere di Daesh sta aumentando. Tra loro ci sono donne yezide, assire, armene, alevite, ebree e turkmene. Queste donne vengono violentate e ripetutamente vendute in cattività, e i tassi di suicidio sono alti.
Nel frattempo, gli sforzi per la riabilitazione delle sopravvissute sono stati esigui. Le donne dicono che descrivere ripetutamente il proprio vissuto alle delegazioni delle Nazioni Unite e ai visitatori ha soltanto rinnovato il loro trauma.
Senza alcuno sforzo serio per riabilitare queste donne nei luoghi in cui vivono, spesso la loro unica possibilità di riabilitazione è quella di lasciarsi alle spalle le loro case per andare in Europa come rifugiate.
Oggi, sui pendii delle montagne di Shengal, altri 10.000 yezidi/e vivono in un accampamento sopra la loro città occupata.
[…] Per i/le 10.000 yezidi/e che vivono in montagna, la lotta per rimanere in vita è di per sé un atto di resistenza. Mentre i bambini yezidi vagano per i pendii dei monti Shengal a raccogliere legna da ardere, nei campi sono incominciati i programmi educativi e le assemblee popolari.
Per le donne che si organizzano in questi campi, è il momento di dire “mai più” agli stupri e per iniziare ad organizzare una vita incentrata sulle donne.


II PARTE
SHENGAL – Dopo un anno nella resistenza armata contro Daesh nella città yezida di Shengal, le donne combattenti dicono che la partecipazione delle donne yezide nelle loro fila è stato il segnale della resistenza di Shengal.
770x500cc-sengal-01-08-15-berfin-nurhak-manset [..] Parliamo con Berfin Nurhaq, comandante a Shengal del gruppo guerrigliero kurdo YJA-Star, dell’ultimo anno di sforzi per liberare la città da Daesh. Berfin ha detto che c’erano molte ragioni dietro l’attacco a tutto campo di Daesh a Shengal. Tra queste, il fatto che Shengal è immediatamente adiacente alla regione autonoma del Rojava, in Siria. “In Rojava, ciò di cui stiamo parlando è una rivoluzione delle donne che le bande [Daesh] e i potenti non potrebbero digerire”, ha detto Berfin.
“Le montagne di Shengal sono, per le bande, uno dei più grandi centri strategici per attaccare il Rojava. Prevedevano di iniziare ad attaccare Rojava con più facilità non appena avessero conquistato questa posizione. Un’altra ragione è che la zona di Shengal ha importanza storica, geografica, culturale e religioso, dal punto di vista del Kurdistan e del Medio Oriente, e speravano di distruggerla per attuare la loro pianificata repressione monoreligiosa”, ha aggiunto Berfin. Ha fatto riferimento all’osservazione del leader del PKK Abdullah Öcalan secondo cui nel sistema capitalista, “le società cessano di essere società” e perdono la loro forza culturale. “Come risultato, le bande – sostenute da chi è al potere – hanno lanciato attacchi disumani in Medio Oriente, per distruggere i valori culturali”.
“Ora – ha detto Berfin – le persone sono venute da tutto il Kurdistan per affermare e difendere il credo e l’identità yezidi. Ha aggiunto che la presenza di guerriglieri ha spostato la discussione dagli effetti della strage a ciò che significa una lotta di liberazione per il popolo yezida. Per riconquistare la città, la popolazione yezida ora combatte come guerrigliera nelle proprie unità di difesa – le YBŞ, unità di difesa maschili, e le YPJ-Shengal, unità di difesa delle donne. La città si trova tra tre aree di importanza strategica fondamentale: il Rojava (in Siria), la regione del Kurdistan federale (in Iraq) e il resto dell’Iraq.
Berfin poi ha commentato l’attuale situazione militare a Shengal. Ha rilevato che c’è stato un periodo in cui i guerriglieri erano sulla difesiva. Durante questo periodo, Daesh ha lanciato una serie di azioni volte ad abbassare il morale. “Ora la guerriglia di HPG, YJA-Star, YBŞ e YPJ-Shengal ha preso diverse colline e insediamenti in posizione dominante sul centro di Shengal e hanno preso il controllo del centro di Shengal”, ha detto Berfin. Il rifiuto del KDP – il partito al governo nella regione federale del Kurdistan – di prendere parte al sostegno della resistenza di Shengal è stato un argomento frequente di critica.
Berfin ha chiesto al governo di adottare le misure necessarie per liberare Shengal da Daesh.
“Il passo successivo è quello di garantire che le donne yezide non dimentichino il dolore del decreto, e di costruire una consapevolezza ed una presa di posizione che possa combattere contro questa realtà”. Le guerrigliere hanno organizzato un’accademia di difesa per accrescere la forza di difesa delle donne yezide, le YPJ-Shengal, in modo che possa liberare e difendere la città. “Quello che è certo, è che la libertà di Shengal è legata alla libertà delle donne yezide”, ha detto Berfin. Ha poi aggiunto che la crescita delle YPJ-Shengal in una forza indistruttibile ed indipendente è la strada per la liberazione della città.