Verso il corteo del 28/11: rafforzare l’autodifesa, contro la violenza maschile e contro la violenza dello stato patriarcale

In vista del corteo che si terrà a Milano sabato 28 novembre, contro la violenza maschile e al fianco delle donne kurde in lotta, iniziamo la pubblicazione di una serie di articoli sulle violenze contro le donne kurde e sulla loro resistenza determinata contro il ginocidio all’interno del genocidio.

Segnaliamo, innanzitutto, che il gruppo “Esedullah Tim” – che si pensa sia una cellula di ISIS all’interno delle forze di polizia turche, come avevamo già avuto modo di segnalare – sembra prendere di mira in modo particolare donne e bambine/i durante i coprifuoco.

Secondo il report di IHD (Associazione dei diritti umani), dall’inizio di quest’anno in Turchia ci sono state 3861 violazioni dei diritti dei ragazzini. 617 ragazzini/e hanno perso la vita durante lo stesso periodo, di cui 51 per le violenze dello stato turco. A questi vanno aggiunti gli oltre 6.000 bambini/e attualmente incarcerati nelle carceri turche.

Il Congresso delle donne libere (KJA), ha manifestato a Nusaybin contro il coprifuoco (e manifesterà di nuovo il 25 novembre), denunciando l’assassinio di Selamet Yeşilmen – donna incinta e madre di cinque figli, ferita a morte mentre andava nel giardino di casa – e di Nurhan Kaplan – colpita da un cecchino.
Come riporta JINHA, Le donne sono state il bersaglio dei proiettili durante il coprifuoco a Nusaybin. […] Durante il coprifuoco Selamet Yeşilmen, Fatma Gulak, Halime Güner e Şirin Bilgin sono state uccise.

A Nusaybin sta rischiando la vita anche Müzeyyen Kızıl, madre di cinque figli alla quale le forze speciali hanno sparato mentre era seduta sulla soglia di casa; Asiye Yalçın di Yüksekova è un’altra delle vittime della violenza femminicida dello stato turco.

A questo aggiungiamo le ragazze e donne yezide ancora prigioniere di ISIS, nonché la fossa comune di donne scoperta dopo la liberazione di Shengal (Sinjar) e il fatto che la Turchia continui gli attacchi contro il cantone di Kobane, mentre i suoi alleati fondamentalisti continuano ad attaccare Girê Spî (Tel Abyad), dove ieri c’è stato anche un attentato che ha fatto tre vittime e una ventina di feriti.

770x500cc-sengal-21-11-15-ypj-komutani-dersim-sengali-manset Dersîm Şengalî, comandante delle YPJ-Shengal, dopo la liberazione di Shengal ha dichiarato L’anno scorso siamo scappate/i dalle bande di Daesh, ma ora che abbiamo reso più forte la nostra autodifesa, sono loro che scappano da noi. Ha poi sottolineato che Le YJA-Star, YPJ and YPJ-Shengal mostrano come le donne dovrebbero vivere il 25 novembre, dando forza alla lotta.

Il Movimento delle donne kurde (TJKE) in Europa in vista del 25 novembre ribadisce che L’autodifesa è la garanzia della nostra libertà.

Non abbiamo dubbi!