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Archivi tag: Kobane e Rojava
“Vendicherò le donne, vendicherò Arin….”
Una donna Êzîdî combatte nelle fila delle YPJ dopo essere fuggita dalla prigionia dell’ISIS
30 Maggio 2015
Til Temir – ANF – Mehmet Nuri Ekinci
Ha preso il suo nome da Arin Mirkan, simbolo della resistenza di Kobanê. La giovane donna Êzîdî ha dichiarato che le bande dell’ISIS hanno perso la loro umanità e che per loro è un grande sostegno morale il combattere tra persone che hanno diversi background etnici e religiosi.
Con il 73mo decreto contro gli Êzîdî, che ha avuto inizio quando i peshmerga hanno abbandonato Sengal, le bande dell’ISIS hanno catturato venti uomini e dodici donne Êzîdî. Arin Mirkan e i suoi amici fatti prigionieri hanno sopportato le torture delle bande dell’ISIS per dieci giorni prima di riuscire a fuggire e raggiungere i monti di Sengal per riunirsi alle loro famiglie. Mirkan ha deciso che era giunto il tempo della vendetta e, secondo le sue stesse parole, si è “unita alle ‘hevals'(compagne)” invitando tutte le giovani ad unirsi alle YPJ. Continua a leggere
Intervista con YPG sulla liberazione di Mabruka
Da UIKI
Puoi raccontarci dell’operazione per la liberazione della città di Mabruka da ISIS? Quale è l’importanza strategica della città? Che la liberazione della città Mabruka, del Monte Kezwan (Abdulaziz) e del circondario di Tal Temir e della linea che porta a Habur Hasaka sia benedetto da tutti i popoli del mondo e dalle popolazioni curde, arabe e siriache che vivono nella regione. L’operazione per liberare il versante poccidentale del cantone di Cezire è terminata con un grande successo. La città è un punto strategico per quanto riguarda la presenza della diversità di popoli nella regione e per essere situata tra Hasake, Serekanye, Tal Abyad e Raqqa. Le aree curde e arabe sono collegate tra loro attraverso Mabruka. Questa città dove pesanti scontri hanno avuto luogo e molti nostri combattenti sono caduti, è stata una ferita in noi. La liberazione della città per noi è un santo progresso.
Che tipo di vantaggio darà nei prossimi giorni alle YPG e alle YPJ la liberazione del Monte Kezwan (Mt. Abdulaziz) e della città di Mabruka? La liberazione di questa città significa la liberazione del lato della frontiera per il cantone di Cezire in primo luogo. È importante anche per la fraternità dei popoli in quanto ospita il popolo arabo e quello curdo. La zona è abitata prevalentemente da arabi. Continua a leggere
Il Kurdistan nel ciclone del Medio Oriente
Leandro Albani da Resumen Latinoamericano, 1 maggio 2015
Come si riconfigura il Medio Oriente dopo la rivoluzione in Rojava, regione nel nord della Siria abitata da curdi e altre etnie? Come si muovono le pedine in uno scacchiere instabile e in mutazione permanente come è la mezzaluna fertile? E quali poteri influiscono su questa zona che non sembra avere mai pace e che mette in scacco la stabilità mondiale?
Questi sono alcuni interrogativi che Resumen Latinoamericano ha proposto a Nazanim Armanian, analista di origine iraniana che vive in Spagna dal 1983.
Gli articoli di Armanian – docente di Relazioni internazionali, laureata in Scienze Politiche e docente presso l’Università di Barcellona – studiano attentamente i conflitti in Medio Oriente, tema che l’ha portata a pubblicare 15 libri, tra i quali “Los kurdos y un país inexistente”, “Irán: la revolución constante”, “El Islam sin velo” e “Irak, Afganistán e Irán. 40 respuestas al conflicto en Oriente Próximo”. Continua a leggere
Sfidare la modernità capitalista
Dal 3 al 5 aprile scorsi si è svolta ad Amburgo la seconda edizione della conferenza Sfidare la modernità capitalista, che si è focalizzata in modo particolare sul Confederalismo democratico e sulle sue declinazioni.
Fra gli interventi, tutti pubblicati da Uiki, abbiamo selezionato quelli che ci sembrano più interessanti dal punto di vista del dibattito e delle pratiche femministe.
1. Il femminismo e il movimento di liberazione Kurdo (Dilar Dirik)
2. Relazioni di potere – Stato e famiglia (Nazan Üstündağ)
3. Strade di pensiero colonizzatrici – Suggerimenti per una epistemologia femminista (Muriel Gonzales Athenas)
4. L’ecologia sociale e il mondo non-occidentale (Federico Venturini)
5. Nuovi concetti: Confederalismo democratico, autonomia democratica (Havin Guneser)
Sfidare la modernità Capitalista: il femminismo e il movimento di liberazione kurdo
Da UIKI
Intervento di Dilar Dirik alla Conferenza “Sfidare la Modernità Capitalista II” Amburgo 3-5 Aprile 2015
La Marcia Mondiale delle Donne di quest’anno è partita al confine tra il nord e l’ovest del Kurdistan, la linea artificiale che separa le due città gemelle di Qamislo e Nisêbin. La commissione ha preso questa decisione al fine di rendere omaggio alla resistenza delle donne delle Forze di Difesa YPJ in Kobane contro lo Stato islamico. Questo fatto, tra molti altri esempi, illustra l’improvviso interesse delle femministe di tutto il mondo per il movimento delle donne curde.
In questo periodo cruciale in cui le donne curde hanno contribuito ad una riarticolazione della liberazione delle donne, rifiutando di seguire le premesse dell’ordine globale patriarcale basato sullo stato-nazione, rompendo il tabù della militanza femminile, recuperando il concetto di legittima difesa, dissociandosi dal monopolio del potere da parte dello Stato, e combattendo una forza brutale (non per conto di forze imperialiste, ma al fine di stabilire i propri termini di liberazione, non solo dalle organizzazioni statali o fasciste, ma anche la propria comunità), che cosa può imparare il movimento femminista dall’esperienza delle donne curde?
Naturalmente, non c’è un unico femminismo, ma diversi filoni a volte molto diversi tra loro. Le specifiche caratteristiche dell’esperienza delle donne curde, che ha creato la coscienza vissuta e diretta del fatto che le diverse forme di oppressione sono collegate tra loro, così come la critica del movimento di liberazione curdo del colonialismo e dello stato, forse suggeriscono ai movimenti femministi anarchici e post-coloniali di essere più vicini all’esperienza delle donne curde.
Eppure, pur rivendicando il femminismo come parte importante della società storica e la sua eredità come patrimonio, le discussioni all’interno del movimento delle donne curde oggi mirano a indagare i limiti del femminismo e andare oltre lo stesso. Questo non significa rifiutare il femminismo – entrambi i concetti sono visti come complementari. Andare oltre significa sistematizzare un’alternativa al sistema dominante attraverso una critica sistemica e radicale; significa la communalizazione della lotta, soprattutto politicizzando la base e trasformando o metaforicamente uccidendo il maschile cosi come mettere in discussione l’intero ordine mondiale. Continua a leggere
La storia sconosciuta della lotta delle donne curde
La guerra in Medio Oriente contro lo Stato islamico d’Iraq e di Levante (ISIL) ha attratto l’attenzione del mondo intero sulla regione. L’attenzione si concentra in particolare sulle donne combattenti curde che hanno anche abbellito la copertina di riviste femminili, come Marie Claire.
Questa esplosione di copertura mediatica non è solo sensazionalista, ma sottovaluta anche tutta una storia di donne curde nella loro richiesta di riconoscimento politico e per la loro lotta per l’uguaglianza di genere.
Verso l’8 marzo milanese: interventi a Radio Onda Rossa
Le compagne della Coordinamenta di Roma hanno dedicato la trasmissione radio del 25 febbraio al percorso milanese verso l’8 marzo, con un approfondimento sulla dea Inanna/Ištar.
Per ascoltare la trasmissione, clicca qui.
Per ulteriori approfondimenti su Inanna/Ištar e la genealogia della potenza femminista, clicca qui.
Cortei a Roma e Bologna per l’8 marzo
JIN, JÎYAN, AZADÎ
LA LOTTA DELLE DONNE KURDE È LA LOTTA DI OGNUNA DI NOI
L‘8 marzo 2015, 104 anni dopo la proclamazione della Giornata Internazionale delle Donne, le donne di tutto il mondo combattono ancora contro il sistema di dominio patriarcale.
Gli attacchi contro le donne diventano sempre più profondi e si sviluppano in modo sistematico o strumentalizzato per alimentare/aumentare norme repressive e securitarie in ogni ambito dell’esistenza fino al femminicidio, che spesso non viene riconosciuto come tale. La violenza sulle donne, l’eteronormatività, il sessismo, il razzismo, lo sfruttamento, le restrizioni sulla libertà di scelta e di autodeterminazione, l’isolamento sono i dispositivi attraverso cui lo stato capitalista e patriarcale esercita il proprio controllo sulle nostre vite e contro cui ci vogliamo ribellare. Le donne hanno oggi più che mai l’urgenza di costruire insieme la propria autodifesa. Continua a leggere
Partire dalla “nazione democratica”: uno sguardo non eurocentrico
Succede che a volte si generino malintesi a partire dall’uso di
parole e concetti che vengono assunti secondo il crinale culturale
prevalente in una data società: è importante fare chiarezza
su alcuni di essi, per non interpretarli in maniera scorretta
e/o incompleta. Il movimento curdo ha diversi modi di interpretare
determinati concetti così come vengono usati nel
discorso pubblico “occidentale”. Per questo è necessario chiarire
come vengono utilizzati, e il perché sia necessario sottrarli
al loro significato egemonico.
Il potere dei concetti
I concetti non dovrebbero essere considerati come semplici
termini d’uso comune. Ricoprono un’importanza fondamentale
nell’esistenza dell’uomo, poiché danno forma alla consapevolezza
dei valori e ne guidano il comportamento.
L’approccio semplicistico ai concetti, proprio in questo senso,
non è da considerarsi corretto. Continua a leggere