Perché non si parla più delle donne yezide?

Da agosto 2014 e per alcune settimane, le prime pagine dei giornali riportavano in continuazione le notizie sui rapimenti, la costrizione alla schiavitù sessuale e domestica delle donne yezide da parte dei mercenari di ISIS. Oggi è, invece, diventato assai raro trovarne notizia, in particolare sui media italiani, a parte qualche articolo voyeuristico che insiste molto sulle modalità di stupro e tortura da parte di ISIS.

Sicuramente il fatto che la via di salvezza per la popolazione yezida di Shengal sia stata aperta, nell’agosto 2014, dal PKK e da YPG/YPJ – mentre i peshmerga di Barzani se la davano a gambe, abbandonando le armi nelle mani dei fondamentalisti – non fa il gioco del macellaio turco che, nel suo rinnovato e feroce massacro della popolazione nel Kurdistan del nord (113 morti negli ultimi 78 giorni…) col pretesto del “terrorismo”, ha cominciato anche a decapitare i kurdi, esattamente come ISIS, e ad usare armi chimiche e bombe al fosforo.

E sicuramente anche il fatto che il PKK e le YJA Star stiano ancora combattendo contro ISIS, in questi giorni, nella zona di Shengal insieme alle Unità yezide di autodifesa delle donne e del popolo (YPJ-Shengal e YBŞ), aumenta questo silenzio assordante. Continue reading

“Per la prima volta abbiamo preso decisioni come donne”….

La gioventù yazida deve entrare nelle fila delle YBŞ e YPJ-Sinjar
Sinjar – Anf, 23 marzo 2015

Argeş Şengali e Viyan Rodin, membri dell’assemblea delle YBŞ (Unità di resistenza di Sinjar), hanno valutato per Anf-News le decisioni prese durante la prima conferenza tenutasi dal 16 al 18 marzo.

Arges ŞENGALİ:
La popolazione yazida dopo i massacri del 3 agosto ha intrapreso una resistenza determinata. Quei massacri sono avvenuti a causa della mancanza di organizzazione del popolo yazida. Tuttavia, dopo il massacro le YBŞ sono state organizzate rapidamente, coinvolgendo tra le loro fila giovani uomini e giovani donne.
La nostra conferenza ha avuto luogo in un momento importante. È durata tre giorni. Sono state discusse le ragioni del massacro e si è dibattuto sulle esigenze della popolazione.
Alla conferenza hanno partecipato 71 delegati/e. Sono state prese diverse decisioni importanti ed è stata sottolineata l’importanza dell’organizzazione.
Era la prima volta che la popolazione yazida si organizzava in questo modo.

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