Inaugurata a Nusaybin l’accademia per donne intitolata a Sakine Cansiz

sakine cans__z3Apprendiamo con grande piacere da Firat News la notizia dell’inaugurazione dell’accademia per donne Sakine Cansiz.

A chi volesse capire l’essenziale differenza tra l’impostazione patriarcale delle università nostrane e le accademie kurde femministe, consigliamo questa riflessione.

Il Kurdistan nel ciclone del Medio Oriente

Leandro Albani                                                                                                                       da Resumen Latinoamericano, 1 maggio 2015

Come si riconfigura il Medio Oriente dopo la rivoluzione in Rojava, regione nel nord della Siria abitata da curdi e altre etnie? Come si muovono le pedine in uno scacchiere instabile e in mutazione permanente come è la mezzaluna fertile? E quali poteri influiscono su questa zona che non sembra avere mai pace e che mette in scacco la stabilità mondiale?

Questi sono alcuni interrogativi che Resumen Latinoamericano ha proposto a Nazanim Armanian, analista di origine iraniana che vive in Spagna dal 1983.

Gli articoli di Armanian – docente di Relazioni internazionali, laureata in Scienze Politiche e docente presso l’Università di Barcellona – studiano attentamente i conflitti in Medio Oriente, tema che l’ha portata a pubblicare 15 libri, tra i quali “Los kurdos y un país inexistente”, “Irán: la revolución constante”, “El Islam sin velo” e “Irak, Afganistán e Irán. 40 respuestas al conflicto en Oriente Próximo”. Continua a leggere

Ragazza curda si suicida per non essere stuprata: Mahabad in rivolta

Da Uiki

Scontri nella città curda di Mahabad nel Kurdistan orientale continua. La gente sta protestando contro il tentativo di violenza sessuale di un funzionario del governo iraniano ai danni di una donna curda impiegata in uno degli alberghi della città. La donna di 26 anni di nome Ferînaz Xoşrewanî ha perso la vita mentre cercava di sfuggire all’aggressione.

Migliaia di persone sono scese in strada ieri sera a Mahabad, popolosa città del Kurdistan Orientale (Rojhelat) sotto controllo iraniano; inferocite dal dolore e dalla rabbia per l’atroce fine di una venticinquenne curda – lanciatasi dal quarto piano del Tara Hotel a seguito di un tentativo di stupro. Continua a leggere

“Seguirò sempre il mio sogno”: la gioia delle donne che fa paura al potere

La gioia e la creatività delle donne curde (e non solo!) fa molta paura. Lo dimostrano l’incarcerazione di Nudem Durak – che canta e insegna canzoni popolari curde ai bambini in Turchia – e quella delle donne che hanno danzato a Bursa nel 2013, così come il fermo della donna che ha fatto il segno della vittoria mentre passava il convoglio del presidente turco.

E intanto è cominciata la biciclettata del gruppo Eko Jîn, che documenterà con immagini la distruzione dell’ambiente in Kurdistan causata dall’estrazione di materie prime.

“Per la prima volta abbiamo preso decisioni come donne”….

La gioventù yazida deve entrare nelle fila delle YBŞ e YPJ-Sinjar
Sinjar – Anf, 23 marzo 2015

Argeş Şengali e Viyan Rodin, membri dell’assemblea delle YBŞ (Unità di resistenza di Sinjar), hanno valutato per Anf-News le decisioni prese durante la prima conferenza tenutasi dal 16 al 18 marzo.

Arges ŞENGALİ:
La popolazione yazida dopo i massacri del 3 agosto ha intrapreso una resistenza determinata. Quei massacri sono avvenuti a causa della mancanza di organizzazione del popolo yazida. Tuttavia, dopo il massacro le YBŞ sono state organizzate rapidamente, coinvolgendo tra le loro fila giovani uomini e giovani donne.
La nostra conferenza ha avuto luogo in un momento importante. È durata tre giorni. Sono state discusse le ragioni del massacro e si è dibattuto sulle esigenze della popolazione.
Alla conferenza hanno partecipato 71 delegati/e. Sono state prese diverse decisioni importanti ed è stata sottolineata l’importanza dell’organizzazione.
Era la prima volta che la popolazione yazida si organizzava in questo modo.

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Newroz 2015 in Italia e in Kurdistan

Il bollettino dell’Ufficio d’Informazione del Kurdistan in Italia sul Newroz 2015

Mentre le celebrazioni del Newroz si susseguono nelle varie città in Kurdistan, con la tradizionale accensione dei fuochi, le delegazioni partite dall’Italia continuano a inviare informazioni sullo svolgimento dei festeggiamenti, sugli incontri con i rappresentanti politici e la popolazione, e in particolare sui cambiamenti e sul significato che questo Newroz rappresenta rispetto anche agli anni passati, quando più forte è stata la repressione, segno di quanta speranza il popolo curdo nutra oggi nella pace e nella libertà, anche dopo aver mostrato al mondo la storica resistenza di Kobane che ha cacciato ISIS dalla città. Diffonderemo tutti gli aggiornamenti e i report tempestivamente.

Continua a leggere il bollettino…


Minacce e attacchi alle celebrazioni del Newroz

Almeno 35 persone sono morte e 70 sono rimaste ferite nei multipli attacchi alle celebrazioni del Newroz (nuovo anno curdo) nella città nel cantone di Cezire di Hasake, nel Rojava-Kurdistan occidentale (Siria settentrionale). Continua a leggere

20 marzo 2015: Oggi un po’ a sorpresa la notizia della cancellazione delle feste previste per il Newroz in tutto il cantone di Cezire.[…] Le bande di ISIS hanno minacciato attacchi e si teme che nei grandi assembramenti possano infiltrarsi e fare stragi tra la gente che fa festa. Continua a leggere

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asia-abdullah-1-599x275Incontro con Asya Abdullah 

Il video dell’incontro dell’incontro della delegazione italiana in visita a Diyarbakir per il Newroz 2015 con Asya Abdullah co-presidente del Partito dell’unione democratica PYD.

 


Il Mesaggio di Abdullah Ocalan al Newroz 2015

A TUTTO IL NOSTRO POPOLO

Saluto il nuovo giorno [Newroz] di tutto il nostro popolo e degli amici schierati con la pace, l’uguaglianza, la libertà e la democrazia. La crisi causata dalle politiche neoliberiste imposte a tutto il mondo dal capitalismo imperialista e dai suoi dispotici collaboratori locali porta effetti sulla nostra regione e sul nostro paese. In questo contesto di crisi, le diversità etniche e religiose del nostro popolo e le nostre culture vengono cancellate da guerre identitarie brutali e senza senso. I nostri valori, storici e moderni, della nostra coscienza e politici, non possono essere messi a tacere, né cedere alla rassegnazione di fronte a questo panorama politico. Al contrario è nostra responsabilità religiosa, politica e morale dispiegare un intervento urgente. La nostra lotta per la democrazia, la libertà, la fratellanza e una pace dignitosa per il nostro popolo attraversa ora una fase storica. Continua a leggere

Congresso del PKK: guerriglia e democrazia

Da Rete Kurdistan

C’è una sensazione nell’aria che la decisione che emergerà dal congresso del [PKK], da convocare a seguito della chiamata del popolare leader curdo Ocalan, è da tempo stata determinata. Ciò che è poco risaputo e va contro la teoria politica largamente accettata,è che i movimenti di guerriglia sono democratici e di fatto devono essere democratici.Per questo motivo il Congresso non sarà come un automa pre-programmato,tipo la democrazia caricaturale di quelli al potere nel mondo. Tutte le decisioni saranno discusse da cima a fondo,realizzate attraverso la creazione del consenso e con solo quelle di taglio più nitido in grado di andare avanti.

Perché una forza di guerriglia è un’organizzazione che è stata costituita da volontari continuamente costretti a resistere a dei metodi che cercano di disperderli o di forzare un loro ritorno alla vita civile, e che operano in tutte le forme di oppressione dello stato,omicidi e torture. Per questo motivo una forza di guerriglia è costretta ad operare attraverso una forma di democrazia interna che consenta l’azione comune. Questo non significa che ogni decisione sia democratica,ma che in generale se le decisioni non sono democratiche la forza della guerriglia diminuisce e si incrina. La democrazia,vale a dire il diritto di prendere decisioni in comune,è un pilastro per quei guerriglieri che devono continuare a vivere i loro giorni nello stretto spazio tra la vita e la morte. Anche questo non significa che ogni decisione democratica sia quella giusta. Significa solo che nel bene o nel male si trattava di una decisione democratica, e questo è quanto. Continua a leggere

In nome della “sicurezza”

Mentre in Italia il nuovo decreto “antiterrorismo” restringe ulteriormente le libertà individuali, intensifica la militarizzazione dei territori (da 3.000 a 4.800 militari) cominciata con il decreto “strade sicure” – sottraendo circa 15mila euro euro destinati in precedenza ai richiedenti asilo – e proroga la presenza dei contingenti militari italiani dai Balcani, all’Africa e all’Asia, in Turchia va profilandosi un vero e proprio stato di polizia, come si può leggere nell’intervento della parlamentare di origine curda Pervin Buldan che riportiamo qui sotto.

La “sicurezza” è la solita parola magica che gli Stati usano per restringere, fino ad annullarli, gli spazi di agibilità e le libertà personali.

È assai difficile vedere la differenza fra questi Stati e lo stesso IS che in un testo propagandistico scritto in italiano affermerebbe che “grazie all’applicazione della Sharia e delle punizioni regolate dal Libro di Allah si è instaurata” una “reale sicurezza”…

Pervin Buldan sottolinea anche come il giro di vite repressivo in Turchia “porterà a maltrattamenti, stupri e violenza contro le donne attraverso l’aumento del potere delle forze di sicurezza nelle strade”. Anche qui, ne siamo certe! Continua a leggere