Aggiornamenti – Articoli consigliati

Argentina – Murale di solidarietà con la lotta kurda

Argentina – Murale di solidarietà con la lotta kurda

In questo periodo impegni vari non ci lasciano il tempo di aggiornare il blog. Per questo abbiamo selezionato degli articoli, in italiano e in inglese, per chi volesse aggiornarsi sulla ‘guerra infinita’ di Erdogan contro la popolazione kurda e la resistenza di quest’ultima, sugli intrallazzi tra AKP e Daesh, nonché fra paesi europei e Turchia.
Non mancano, com’è ovvio, le donne resistenti!

Building Democracy without the State (Dilar Dirik)

Il presidente Erdoğan arriverà a privare 5 milioni di turchi della loro nazionalità?

Hozat: AKP usa i profughi come strumento di pressione all’esterno contro l’UE e all’interno contro curdi e aleviti

Rapporto dell’intelligence russa sull’attuale aiuto turco allo Stato islamico

Il secondo rapporto dell’intelligence russa sull’attuale aiuto turco allo Stato islamico

Captured ISIS member: We planned the Grê Spi attack with Turkey Continua a leggere

Resistenza!

“Che tipo di atteggiamento mentale è questo, quale follia, quale perversione? Queste domande mi schizzano per la testa. Cosa è successo in questi appartamenti? Si racconta che a Cizîr, dietro le porte chiuse, le persone hanno subito molestie sessuali e in alcuni casi anche abusi” ha dichiarato Nurcan Baysal dopo aver visitato alcuni edifici di Cizre che erano stati occupati dai militari turchi. Oltre alle devastazioni e alle ruberie, c’era la biancheria intima delle donne esposta in bella vista, come un trofeo.
Schermata 2016-03-13 a 14.29.28Così come un trofeo è stata esposta sui social turchi una giovane studente originaria di Diyarbakır aggredita nella sua casa e picchiata, in quanto kurda, da sei giovani fasciste che l’hanno anche minacciata di bruciarle i capelli.

Negli appartamenti occupati a Cizre dai militari, sono state anche trovate chiare tracce che testimoniano la presenza di militanti di Daesh/ISIS fra le forze turche, a confermare ulteriormente la stretta collaborazione tra il governo di Erdogan e il califfato nel massacrare la popolazione kurda sia in Turchia che in Rojava. Collaborazione rafforzata anche dai traffici economici tra AKP e fondamentalisti e sui quali il governo di Erdogan è stato chiamato a dare spiegazioni ufficiali – che, ovviamente, non darà. Continua a leggere

Amargi! La battaglia storica delle donne contro un’eredità di millenni

Dimenticare Ginevra! Saranno le donne a salvare il Medioriente, scrive nella sua pagina fb Dilar Dirik salutando l’apertura dei lavori della prima Conferenza delle donne siriane di Dêrik, in Rojava.

“Se il diritto alla vita è sotto attacco, come nelle città kurde, ci sarà una resistenza contro il fascismo”, rispondono le donne giunte ad Amed/Diyarbakir dalla Turchia occidentale per dare il loro sostegno solidale alla lotta del Bakur.

Quella resistenza non viene affievolita né dalle deportazioni in veri e propri campi di concentramento, né dalle contaminazioni chimiche con cui le forze genocide turche, attraverso il sistema fognario, cercano di avvelenare le abitazioni – come se non fosse sufficiente la distruzione testimoniata dalle immagini raccolte da Firat News

Per questo il governo di Erdogan sta cercando di mettere in atto una politica del divide et impera attraverso alleanze col patriarcato feudale kurdo e con quello religioso.

3Ma la vendetta storica delle donne kurde è già in atto, come dimostrano le giovani donne yezide di Shengal/Sinjar – che, con i loro coetanei, si stanno addestrando per moltiplicare le unità di autodifesa (YPS and YPS-Jin) in tutte e quattro le parti del Kurdistan – e come spiega bene Dilar Dirik in questo breve intervento.

Amargi – donna, stato, civiltà…
Amagi o amargi, la prima parola per descrivere il concetto di “libertà”, comparve nell’antica Sumer attorno al 2300 a.C.
Gli ziggurat sumeri, enormi complessi templari, furono il luogo in cui diversi meccanismi gerarchici cominciarono lentamente a istituzionalizzarsi in quello che possiamo considerare l’inizio di una società fissata in classi: il patriarcato, lo stato, l’esercito permanente e la proprietà privata. Continua a leggere

Un silenzio assordante…

Schermata 2016-02-02 a 17.35.40L’umanità sta morendo in un seminterrato di Cizre. Per aver esposto questo striscione, il 28 gennaio scorso due giovani donne sono state arrestate ad Ankara.

Una donna morta nel seminterrato nei giorni scorsi

Una donna morta nel seminterrato nei giorni scorsi

Oggi è il terzo giorno senza notizie da quel seminterrato dove, 11 giorni fa, una trentina di persone, tra le quali alcune ferite, avevano cercato riparo dagli attacchi governativi sulla popolazione civile. Di certo si sa che sette di loro sono morte e altre quindici erano, l’altro ieri, ormai in condizioni critiche dovute alla mancanza di cure mediche, di acqua e di cibo, come testimoniavano anche le terribili immagini inviate da quella trappola mortale.

CaDARyXXEAA9uM8Il 31 gennaio, le madri che cercavano di raggiungere l’edificio, sventolando le bandiere bianche, sono state fermate e trattenute in questura per alcune ore. Una volta rilasciate, hanno raccontato di essere riuscite ad avvicinarsi all’edificio, ormai ridotto ad un cumulo di macerie che lo rende irriconoscibile e che impedisce ogni via d’uscita, e di aver provato a chiamare i loro figli e figlie, senza ricevere risposte. Secondo una dichiarazione rilasciata dalle Unità di autodifesa civile (YPS), le forze dello stato hanno occupato l’edificio il 30 gennaio, compiendo probabilmente un’esecuzione di massa. Continua a leggere

Iniziative contro il genocidio

Quattro giorni fa, a Cizre, 28 persone si sono rifugiate nel seminterrato di un edificio per salvarsi dagli attacchi dell’artiglieria turca. Da allora l’esercito non ha smesso di bombardare quell’edificio, impedendo alle ambulanze di soccorrere i feriti. Quattro persone sono già morte dissanguate, altre stanno molto male e non hanno neppure acqua da bere. I continui bombardamenti stanno facendo collassare la costruzione sui feriti. Non ci sono parole in grado di esprimere questa disumanità e il silenzio complice che la copre.

A quasi un anno dalla liberazione di Kobane, celebrata ieri, l’esercito turco è entrato in Siria da Jarablus e ha distrutto i silos di grano a Girê Spî.

A Parigi, quattro attivisti kurdi che protestavano contro il genocidio in atto, con uno sciopero della fame fuori dal parlamento, sono stati arrestati ieri.

Ma la resistenza non si ferma, come dimostrano la crescente autorganizzazione delle Unità di autodifesa civile (YPS), le veglie al gelo, la solidarietà dei prigionieri e delle prigioniere.

Anche in Italia le iniziative vanno moltiplicandosi, in particolare in Toscana. A Torino ci sarà un presidio il 30 gennaio.

A Parma (29 gennaio) e a Pietrasanta (31 gennaio) ci saremo anche noi, con Daniele Pepino (autore di Kurdistan. Nell’occhio del ciclone), e vi aspettiamo! Continua a leggere