“Noi non combattiamo contro ISIS soltanto col corpo…”

nessrin+abdallaÈ da alcuni giorni in Italia Nessrin Abdalla, 36 anni, comandante delle YPJ. Alcune di noi hanno avuto modo di partecipare ad uno degli incontri che si sono svolti con lei, proprio nei giorni del nuovo e sanguinoso tentativo di offensiva di ISIS a Kobane.

Oltre all’audio del suo intervento, abbiamo pensato di riportare alcuni stralci dalle interviste che sono state registrate. Questi stralci sono selezionati e “montati” in modo da costituire un approfondimento delle tematiche che il nostro blog ha più volte messo in risalto, in particolare per quanto riguarda la condizione delle donne in Rojava e la loro partecipazione al processo rivoluzionario in atto.

Quanto sia incisiva la partecipazione delle donne lo dimostra non solo il fatto che le donne siano presenti e attive su tutti i piani della lotta, dell’organizzazione sociale e della gestione del quotidiano, ma anche il modo in cui si è trasformato il linguaggio. È, infatti, assai consueto trovare nei comunicati ufficiali l’espressione “sorellanza tra i popoli” [sisterhood, nella traduzione inglese dal kurdo] e questo ci sembra un particolare non da poco, dopo secoli di fratellanze e fratriarcati che dell’oppressione delle donne ne hanno fatta la propria cultura e bandiera…

Ascolta l’intervento:

 

Ed ecco gli stralci dalle interviste…. Continua a leggere

Her War: Women Vs. ISIS

“Le corrispondenti di RTD hanno avuto il permesso esclusivo di trascorrere tre settimane in un campo di addestramento delle YPJ, la divisione femminile delle Unità curde di protezione del popolo che combattono contro l’ISIS. La città di Serekaniye in Siria è l’ultima città importante che confina con lo “Stato islamico”. La popolazione locale, in prevalenza curda, è determinata a combattere gli assassini di ISIS e ad impedire loro di entrare in città. Tra le combattenti ci sono giovani donne, che hanno scelto di difendere se stesse e le loro famiglie dagli invasori”.

Le YPJ invitano le donne profughe a tornare nelle aree liberate, offrendo loro supporto umanitario

La comandante delle YPJ invita le donne di Girê Spî e Raqqa a tornare nelle zone liberate

15 giugno 2015

La comandante generale delle YPJ, Newroz Ehmed, ha invitato le donne di Girê Spî e Raqqa a tornare nelle zone liberate, e ha informato che le combattenti delle YPJ sulla linea del fronte hanno preparato delle camere speciali per garantire la sicurezza delle donne e soddisfare i loro bisogni urgenti. Ehmed detto che le YPJ hanno la responsabilità umana e il dovere di liberare le terre dalle bande ISIS.

La comandante generale delle YPJ, Newroz Ehmed, ha rilasciato una dichiarazione invitando le donne di Girê Spî e Raqqa a tornare nelle zone liberate e ad abbattere la crudeltà delle bande di ISIS attraverso la lotta comune e la solidarietà fra le donne curde e quelle arabe, così come fra le donne di diverse provenienze etniche.

Newroz Ehmed ha richiamato l’attenzione sul fatto che l’occupazione di ISIS ha imposto alle donne la schiavitù ed ha preso di mira soprattutto le donne per rafforzare ed estendere il proprio sporco sistema. Ehmed ha aggiunto che solo attraverso l’oppressione delle donne le bande di ISIS potrebbero imporre la schiavitù in tutta la società. Continua a leggere

Fino alla vittoria!

Biharin-630x325La comandante del fronte orientale delle YPJ (Unità di difesa delle donne), Biharin Kendal, alcuni giorni fa aveva detto che le YPJ/YPG avrebbero presto preso il controllo della porta di frontiera di Girê Spî-Tel Abyad (Rojava-Siria) / Akcakale (Turchia) – corridoio di transito dei volontari di ISIS e delle loro armi dalla Turchia verso il quartier generale dei fondamentalisti a Raqqa.

E così è stato: Girê Spî (Tel Abyad, in arabo) è stata liberata.

Biharin Kendal, rilevando le complicità dello stato turco con le bande fondamentaliste dello Stato Islamico che da due anni occupavano Girê Spî e i villaggi circostanti, aveva spiegato:
La liberazione di Tel Abyad, che è un’importante roccaforte di ISIS e interrompe il collegamento tra i cantoni di Kobanê e di Cizîrê, e l’unione dei cantoni impediranno ai gruppi di ISIS di lanciare i loro attacchi da questa regione su entrambi i cantoni. Inoltre, l’occupazione di ISIS in corso a Tel Abyad porta un serio embargo e l’accerchiamento del cantone Kobanê. In considerazione di tutti questi punti, la liberazione di Tel Abyad è di cruciale importanza sia per gli arabi che vivono nella regione, che per le popolazioni che vivono nel cantone di Kobanê e Cizîrê. […] Come abbiamo visto di persona e anche all’inizio attraverso la stampa, lo Stato turco sta fornendo a ISIS ogni tipo si supporto. Se  lo stato turco aiuterà ancora i gruppi di ISIS attraverso il valico di frontiera di Akçakale, dovrà sicuramente renderne conto. Lo stato turco ha dato tutto il sostegno possibile alle bande quando hanno attaccato Kobanê. Questo è stato dimenticato. Continua a leggere

“Vendicherò le donne, vendicherò Arin….”

CGP_Q9mWcAAOPkKUna donna Êzîdî combatte nelle fila delle YPJ dopo essere fuggita dalla prigionia dell’ISIS

30 Maggio 2015
Til Temir – ANF – Mehmet Nuri Ekinci

Ha preso il suo nome da Arin Mirkan, simbolo della resistenza di Kobanê. La giovane donna Êzîdî ha dichiarato che le bande dell’ISIS hanno perso la loro umanità e che per loro è un grande sostegno morale il combattere tra persone che hanno diversi background etnici e religiosi.
Con il 73mo decreto contro gli Êzîdî, che ha avuto inizio quando i peshmerga hanno abbandonato Sengal, le bande dell’ISIS hanno catturato venti uomini e dodici donne Êzîdî. Arin Mirkan e i suoi amici fatti prigionieri hanno sopportato le torture delle bande  dell’ISIS per dieci giorni prima di riuscire a fuggire e raggiungere i monti di Sengal per riunirsi alle loro famiglie. Mirkan ha deciso che era giunto il tempo della vendetta e, secondo le sue stesse parole, si è “unita alle ‘hevals'(compagne)” invitando tutte le giovani ad unirsi alle YPJ. Continua a leggere

Inaugurata a Nusaybin l’accademia per donne intitolata a Sakine Cansiz

sakine cans__z3Apprendiamo con grande piacere da Firat News la notizia dell’inaugurazione dell’accademia per donne Sakine Cansiz.

A chi volesse capire l’essenziale differenza tra l’impostazione patriarcale delle università nostrane e le accademie kurde femministe, consigliamo questa riflessione.

Ragazza curda si suicida per non essere stuprata: Mahabad in rivolta

Da Uiki

Scontri nella città curda di Mahabad nel Kurdistan orientale continua. La gente sta protestando contro il tentativo di violenza sessuale di un funzionario del governo iraniano ai danni di una donna curda impiegata in uno degli alberghi della città. La donna di 26 anni di nome Ferînaz Xoşrewanî ha perso la vita mentre cercava di sfuggire all’aggressione.

Migliaia di persone sono scese in strada ieri sera a Mahabad, popolosa città del Kurdistan Orientale (Rojhelat) sotto controllo iraniano; inferocite dal dolore e dalla rabbia per l’atroce fine di una venticinquenne curda – lanciatasi dal quarto piano del Tara Hotel a seguito di un tentativo di stupro. Continua a leggere

“Non è troppo tardi per fare i passi giusti…”

ivanahofman-599x275L’8 marzo scorso, la ventenne Ivana Hoffmann cadeva combattendo contro le bande dell’ISIS a Til Temir.

In una bellissima lettera aveva scritto ai suoi compagni che voleva esser parte della rivoluzione in Rojava e difenderla a costo della sua vita.

Come lei, altre donne e altri uomini si sono unite/i in questi mesi alle Unità di difesa curde (YPJ/YPG).

Per ricordarla, abbiamo tradotto l’intervento di un volontario internazionalista delle YPG sulla spinta rivoluzionaria che sta facendo convergere in Rojava donne e uomini provenienti da tutto il mondo per partecipare alla resistenza.

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La storia sconosciuta della lotta delle donne curde

Kara_FatmaLa guerra in Medio Oriente contro lo Stato islamico d’Iraq e di Levante (ISIL) ha attratto l’attenzione del mondo intero sulla regione. L’attenzione si concentra in particolare sulle donne combattenti curde che hanno anche abbellito la copertina di riviste femminili, come Marie Claire.

Questa esplosione di copertura mediatica non è solo sensazionalista, ma sottovaluta anche tutta una storia di donne curde nella loro richiesta di riconoscimento politico e per la loro lotta per l’uguaglianza di genere.

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Tevdem : Il progetto di una Siria Democratica

Da Uiki

La Siria è entrata in uno stato di caos, in cui la violenza e la contro violenza, sostenuta da centri di potere che beneficiano da essa, prevalgono. Gli scenari vanno oltre la possibilità dei popoli di comprendere, lasciandoli soli davanti all’impresa. Se le tendenze attuali dovessero continuare, la Siria si troverebbe a fronteggiare la frammentazione e la dissoluzione. L’”Opposizione siriana” è bloccata in un labirinto dal quale non riesce a venire a capo e da cui non può districarsi. Molti di loro sono finiti per allearsi con Daesh e con i gruppi jihadisti salafiti, partecipando a massacri collettivi, senza alcun problema morale o di coscienza.

La crisi è più grande, profonda e pericolosa di un mero regolamento di conti con il regime di Assad, i suoi controllori e le sue leggi. Questo è il risultato dell’evoluzione della società stessa nello stato, in una così intensa concentrazione di potere statale da divenire una condizione patologica. Lo stato non concede nulla alla realtà naturale, plurale e partecipativa della società umana; esso si limita ad una visione di corto respiro che amplifica e persino guarda all’unilateralismo come a una divinità. Negazione, esclusione, dominazione, schiavitù e ingiustizia erano e sono create dagli stati, dalle dittature e dai sistemi fascisti o semi-fascisti; il più recente di questi sistemi di sicurezza che soffocano la vita, non permettendo alcuna possibilità di apertura e di sviluppo.

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