Golpe mafioso e popolazione vessata, ma la resistenza continua

Alla fine l’AKP ce l’ha fatta: la proposta di revoca dell’immunità parlamentare alle deputate e ai deputati del’HDP è passata a gran maggioranza. Questo significherà anche l’aggravarsi della situazione della popolazione kurda nel sud-est del Paese (1 e 2), dove continua la distruzione delle città; Nusaybin è stata bombardata dai jet turchi anche con armi chimiche, come si può vedere nel filmato sottostante.

yidirim-e1463674882555Domani il governo del sultano Erdogan eleggerà il nuovo primo ministro, nonché nuovo presidente dell’AKP: Binali Yildirim, che nel corso di un’inchiesta giudiziaria, poi bloccata dal governo, figurava come “padrino” dell’organizzazione mafiosa che gravita intorno al presidente Erdogan. Continua a leggere

La parola alla madre e alla sorella di Ekin Wan

A proposito dell’immagine della giovane donna di Cizre torturata, uccisa ed esposta nuda nei social media, Delal Eltürk, madre di Ekin Wan, ha dichiarato: “Hanno fatto la stessa cosa alla mia Ekin. Pensavano che ci saremmo vergognate del suo corpo nudo, ma abbiamo tenuto la testa alta. Il degrado e l’indegnità appartengono a loro. A me appartiene la dignità di essere la madre di Ekin”.
La sorella di Ekin, Gülistan, condannando la guerra sporca che si combatte sul corpo delle donne e ricordando il coraggio e il valore di Ekin ha aggiunto: “Non ci vergogniamo del corpo di mia sorella. Stanno cercando di spingerci indietro esponendo i corpi delle donne, ma non ci riusciranno. Se una Ekin muore oggi, ne nascono mille altre. Non possono spaventare le donne. Quando espongono e torturano i corpi delle donne, mostrano la propria mentalità. Le donne si ribelleranno contro questa mentalità”.

Schermata 2016-02-15 a 16.54.14 Ricordiamo Fayiza Neaso, combattente kurda delle YPJ uccisa dagli attacchi dell’esercito turco che da tre giorni bombarda senza sosta il Rojava, dimostrando ancora una volta di essere attivamente dalla parte dei fondamentalisti islamici – cosa di cui anche qualche giornale turco comincia a rendersi conto…

A Cizre come a Varto: torturata, uccisa ed esposta nuda

“Due foto della macchina da guerra dell’AKP”. Così Firat News definisce le immagini che stanno girando sui social e che mostrano il cadavere nudo di una donna (non ancora identificata), con segni di tortura sul seno e sulle gambe. Accanto a lei, una grande chiazza di sangue, i vestiti sparpagliati lì intorno e due militari che indossano guanti di gomma.
Un’altra Ekin Wan, esposta nei giorni in cui decine e decine di persone sono state bruciate vive in quella stessa città, Cizre, come a coronare l’orrore di quelle che il ministro dell’interno Efkan Ala ha chiamato “operazioni” – cioè il bagno di sangue che questa mattina i militari turchi hanno festeggiato sparando in aria…

28/11: tutte a Milano, contro la violenza maschile e al fianco delle donne kurde!

Come avevamo accennato, il 28 novembre si terrà a Milano una manifestazione contro la violenza maschile e al fianco delle donne kurde. In questo post trovate il manifesto e i volantini delle donne di ReteKurdistan da diffondere, in formato jpg e pdf (in bassa risoluzione).

Pubblichiamo anche l’appello urgente di UIKI onlus sulla situazione in Kurdistan.

Alla stampa e all’opinione pubblica

Lo stato turco e il governo dell’AKP continuano a compiere attacchi militari in Kurdistan, vengono distrutte città e vengono giustiziati civili indifesi. Il coprifuoco militare di 12 giorni a Silvan ha lasciato la città in macerie. Case e attività commerciali sono state deliberatamente prese di mira, bruciate, distrutte e metà della città è diventata inagibile. 15 civili sono stati uccisi durante il coprifuoco e dozzine sono stati i feriti. Questi attacchi non erano attacchi qualunque, hanno usato carri armati, cannoni ed elicotteri.

Negli ultimi 7 giorni eventi analoghi si sono verificati nella provincia di Mardin di Nusaybin. Mentre è in corso il coprifuoco militare contemporaneamente accelerano gli attacchi. Il 15 novembre 2015, Selamet Yeşilmen, incinta e madre di cinque bambini stava scendendo le scale dal secondo piano per il giardino con le sue due figlie Sevcan e Fikret (di 13 e 14 anni). Un Cobra blindato stazionato davanti alla loro casa in via Fırat Başyurt – Çağçağ, ha sparato contro di loro. La madre incinta SelametYeşilmen è morta sul momento e le sue due figlie sono state gravemente ferite. Hanno sparato anche contro Yilmaz Tutak mentre cercava di soccorrere le bambine e anche lui è rimasto gravemente ferito. Continua a leggere

“La nostra lotta non è fatta di teorie o parole, ma di azioni”

La comandante Nujiyan Amed delle Unità delle donne libere (YJA-STAR), ricordando che la difesa delle donne è un dovere delle YJA-STAR, ha richiamato l’attenzione sull’importanza dell’autodifesa per la società e le donne kurde:
tumblr_nus7zonqFv1sx76vio3_540L’autodifesa è essenziale per la popolazione kurda. Abbiamo bisogno di conoscere i principi di autodifesa. Il popolo kurdo da molti anni si deve confrontare con le aggressioni, e di recente hanno cercato di distruggerci con assalti fascisti.
[…] Quando si considera la realtà del Medio Oriente e del mondo, popolo kurdo non può rimanere in vita senza autodifesa.
[…] Siamo stati assaliti, ma non abbiamo mai rinunciato alla lotta.
[…] In un sistema di potere patriarcale, le donne non possono rimanere in vita senza autodifesa.
[…] Lotteremo finché non avremo costruito una società libera. Senza lotta, non possiamo avere un futuro.
[…] Come donne siamo potenti. Dobbiamo mettere insieme la nostra potenza. Una delle forme più importanti della nostra autodifesa è il nostro patriottismo. Dobbiamo dipendere dalla nostra lingua, cultura e geografia: queste sono le armi più efficaci di autodifesa per le donne.
[…] Quando le donne kurde si organizzano, hanno il potere e il potenziale per battere i loro nemici.
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Libertà per Shilan! Libertà per Gülay! Libertà per Fréderike! Libertà per tutte!!!

images Incomincia oggi, a Londra, il processo a Shilan Ozcelik, diciottenne in custodia cautelare dal marzo scorso, in base al Terrorism Act del 2006, con l’accusa di aver fatto un viaggio in Siria per lottare contro ISIS e aver tentato di unirsi alle Unità di protezione delle donne del PKK.

Ozcelik e la sua famiglia sostengono che fosse andata in Siria per intervenire come operatrice umanitaria e la comunità kurda in Gran Bretagna ha definito questo processo come un “esempio lampante di criminalizzazione selettiva e politica”.

In ogni caso, per noi il dato di fatto effettivo è che combattere contro ISIS in Europa è considerato un reato.

770x500cc-gulay-adile-ertunc2-700x325 I paesi europei, d’altra parte, quando si parla di PKK vanno amorevolmente a braccetto con la Turchia dove, a fine agosto, è stata arrestata Gülay Adile Ertunç, attivista e politica kurda, accusata di sostenere una organizzazione “illegale” per aver raccolto aiuti per i bambini colpiti dalla guerra. Le accuse contro di lei citano il suo ruolo nella costituzione, nel 2012, di un gruppo di solidarietà che ha portato i bambini della città di Van, colpiti dal terremoto del 2011, in viaggio verso il Mar Egeo per aiutarli a superare il trauma. Nel 2015 Gülay ha organizzato progetti di solidarietà per i bambini colpiti dalla guerra a Kobanê. Continua a leggere

La resistenza delle donne contro uno stato assetato di sangue ha infiniti volti e forme, ma non ha età

È risaputo che lo stato turco abbia una lunga tradizione di umiliazioni sessuali, violenze e stupri contro le donne, dall’epoca del genocidio della minoranza armena.

Un paio di anni fa un articolo di Meral Duzgun intitolato Turchia: una storia di violenze sessuali aveva analizzato l’uso dello stupro come strumento di tortura nei confronti delle prigioniere politiche curde.

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Quella stessa feroce tradizione la vediamo messa in atto anche oggi. Un’adolescente arrestata nella provincia di Van ha raccontato di essere stata minacciata, sotto tortura, di venire consegnata nelle mani di ISIS se non avesse parlato. Ad Elazığ sono state arrestate dieci donne che protestavano contro il divieto di manifestare contro la guerra e contro la politiche belliche sul corpo delle donne.

akpkatil-599x275 A Varto, dove è stato straziato ed umiliato il corpo della guerrigliera Ekin Van, le donne si sono ritrovate da varie città per renderle onore e ricoprire con un telo bianco il luogo in cui il suo cadavere oltraggiato è stato abbandonato; nel resto della Turchia migliaia di donne hanno manifestato contro la guerra di Erdogan, ribadendo che “la nudità di Ekin ancora una volta ha rivelato la politica patriarcale e dello stupro dello stato turco”. Continua a leggere