28/11: tutte a Milano, contro la violenza maschile e al fianco delle donne kurde!

Come avevamo accennato, il 28 novembre si terrà a Milano una manifestazione contro la violenza maschile e al fianco delle donne kurde. In questo post trovate il manifesto e i volantini delle donne di ReteKurdistan da diffondere, in formato jpg e pdf (in bassa risoluzione).

Pubblichiamo anche l’appello urgente di UIKI onlus sulla situazione in Kurdistan.

Alla stampa e all’opinione pubblica

Lo stato turco e il governo dell’AKP continuano a compiere attacchi militari in Kurdistan, vengono distrutte città e vengono giustiziati civili indifesi. Il coprifuoco militare di 12 giorni a Silvan ha lasciato la città in macerie. Case e attività commerciali sono state deliberatamente prese di mira, bruciate, distrutte e metà della città è diventata inagibile. 15 civili sono stati uccisi durante il coprifuoco e dozzine sono stati i feriti. Questi attacchi non erano attacchi qualunque, hanno usato carri armati, cannoni ed elicotteri.

Negli ultimi 7 giorni eventi analoghi si sono verificati nella provincia di Mardin di Nusaybin. Mentre è in corso il coprifuoco militare contemporaneamente accelerano gli attacchi. Il 15 novembre 2015, Selamet Yeşilmen, incinta e madre di cinque bambini stava scendendo le scale dal secondo piano per il giardino con le sue due figlie Sevcan e Fikret (di 13 e 14 anni). Un Cobra blindato stazionato davanti alla loro casa in via Fırat Başyurt – Çağçağ, ha sparato contro di loro. La madre incinta SelametYeşilmen è morta sul momento e le sue due figlie sono state gravemente ferite. Hanno sparato anche contro Yilmaz Tutak mentre cercava di soccorrere le bambine e anche lui è rimasto gravemente ferito. Continue reading

Ekin Wan è anche la nostra resistenza nuda! (comunicato)

EKIN WAN È ANCHE LA NOSTRA RESISTENZA NUDA!

Scendiamo in piazza contro le politiche genocide di Erdogan e dello Stato turco
Contro tutti i patriarcati di Oriente e Occidente
Per la liberazione delle donne e l’autodeterminazione dei popoli

Lo scorso agosto le forze di sicurezza turche hanno spogliato, trascinato per strada legato ad una corda e poi abbandonato nella piazza del paese il cadavere della guerrigliera kurda Kevser Eltürk (nome di battaglia Ekin Wan), facendo successivamente circolare l’immagine sui social network.
Non si è trattato di un deliberato atto sadico, ma di un avvertimento mafioso alla popolazione kurda: tutti e tutte farete questa fine, se non ve ne state buoni e zitti.

Il colonialismo si è sempre servito del dominio sui corpi delle donne esibiti come metafora del proprio dominio sui territori colonizzati.

E così Erdogan ha voluto ribadire il dominio neocoloniale sulla popolazione kurda, mentre il suo partito (AKP) stava creando le premesse per un colpo di stato, dopo aver perso la maggioranza assoluta alle scorse elezioni.

Questo dominio neocoloniale nelle ultime settimane è stato ribadito con ferocia crescente, militarizzando e isolando intere zone del Kurdistan del nord, dove i cecchini sparano sulla popolazione civile e i militari impediscono l’ingresso delle ambulanze e del personale sanitario in modo da moltiplicare il numero dei morti civili.

Nelle città turche i fascisti ultranazionalisti stanno mettendo in atto dei veri e propri pogrom contro donne e uomini kurdi: linciaggi, case e negozi bruciati; il tutto sotto lo sguardo compiacente delle forze di polizia.

In questo clima di guerra neocoloniale, la violenza contro le donne sta crescendo esponenzialmente.

La coraggiosa popolazione kurda ha organizzato la propria autodifesa, e noi vogliamo sostenerla con forza.

Ekin Wan è la nostra resistenza nuda, hanno urlato le donne kurde scese in strada per esprimere la rabbia contro l’esposizione del corpo nudo e martoriato di Ekin.

Ekin Wan è anche la nostra resistenza nuda, rilanciamo da qui.

Partecipiamo con uno spezzone femminista alla manifestazione del 14 settembre a Milano, per continuare il percorso che ci ha viste in strada lo scorso 8 marzo al fianco delle donne che a Kobane e in tutto il Kurdistan continuano a combattere contro gli assassini e stupratori di ISIS e AKP.

Le compagne di dakobaneanoi.noblogs.org

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NOI SIAMO KOBANE! Basta massacri di civili, basta Erdogan! 14 settembre, corteo a Milano

Ovviamente ci saremo anche noi!

Ci saremo per ricordare che, mentre il massacro voluto dallo stato turco continua a mietere morti e feriti e si intensifica l’uso dello stupro e della tortura sessuale come arma di guerra per terrorizzare le donne kurde, le donne non smettono di vigilare e armarsi e solo grazie all’autodifesa si contengono le perdite umane.

Ci saremo per far sentire tutta la nostra solidarietà a fianco delle donne kurde, yezide, assire, arabe che si sono armate e si mobilitano dal punto di vista ideologico, sociale, politico e militare.

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da Retekurdistan

NOI SIAMO KOBANE! Basta massacri di civili, basta Erdogan! Corteo cittadino a Milano

In vista della settimana dedicata alla Turchia da Expo, in un momento in cui l’offensiva repressiva del governo turco sta colpendo duramente la popolazione kurda in Turchia e nel Rojava, lanciamo un’assemblea cittadina per organizzare un corteo che denunci le politiche del governo Erdogan. Continue reading

La rivoluzione delle donne curde: una resistenza leggendaria

“Dalle donne del Rojava a noi” | 8 marzo 2015 | Villa Pallavicini, Milano                           Intervento di Nursel Kilic, responsabile della commissione esteri del movimento delle donne curde.

Le donne curde hanno delle caratteristiche particolari, sono originarie di un popolo diviso in quattro paesi e obbligate a vivere sotto dei differenti regimi oppressori. Doppiamente discriminate, si sono dovute confrontare con degli approcci discriminatori in tutti gli ambiti della società. Si sono ritrovate a confrontarsi con politiche che negano non solo la loro identità ma anche il loro genere. Anche loro, come la gran parte delle donne di questo mondo, sono state formate sulla base dei principi ricevuti e sottomesse a dei ruoli concepiti dal sistema patriarcale. Un sistema che si è riprodotto in tutte le strutture monopoliste della società. Le curde, vivendo in comunità, provengono da differenti credenze e religioni e, rispetto a questo, hanno alcune divergenze riguardanti la posizione della donna nelle differenti strutture sociali.

Una questione fondamentale che ha decretato il risveglio delle donne curde è stata una presa di coscienza riguardo al colonialismo e alle politiche di assimilazione. Si sono avvicinate e, in seguito, impegnate attivamente nella lotta per il riconoscimento dei loro diritti culturali e d’identità all’interno di uno spirito nazionale. Queste donne, portatrici di una cultura curda, sono fino ad oggi le architette di un ponte storico per la trasmissione della lingua e delle tradizioni curde. Hanno affrontato, sotto condizioni molto pesanti, approcci colonizzatori riprodotti non soltanto dalle autorità statali ma anche dalle comunità dove sono state spesso accusate dagli attori della dominazione maschile di essere inferiori e incapaci. Una colonizzazione etnica e sessuale allo stesso tempo. Queste donne, originarie della Mesopotamia,culla della civilizzazione, lottano oggi per reintrodursi a pieno titolo nei ranghi dell’umanità. Continue reading