“La rivoluzione del Rojava è una rivoluzione delle donne…”

Daesh [ISIS] è un nemico delle donne, anche il significato dell’aggressione a Kobane è che Daesh è nemico delle donne, perché la rivoluzione del Rojava è una rivoluzione delle donne. Per questo continua ad attaccare Kobane.

Queste le parole con cui Nessrin Abdalla, comandante delle YPJ, si è rivolta alla platea bolognese nel suo recente viaggio in alcune città italiane.

Un’affermazione che diventa più chiara se pensiamo al processo messo in piedi contro una studente turca di medicina, volontaria a Kobane, accusata dallo Stato turco di terrorismo per aver aiutato la popolazione kurda contro ISIS. D’altra parte la stessa Turchia – che continua con le sue manovre militari al confine e ogni giorno massacra e arresta donne e uomini della comunità kurda, e tortura ragazzini – vorrebbe condannare a migliaia di anni di galera chi ha manifestato la propria solidarietà a Kobane lo scorso autunno.

Cosa sia accaduto a Kobane nell’ultima offensiva di ISIS ce lo dice non solo il conto dei morti (oltre 200; soprattutto donne e bambini, guarda caso!), ma anche l’accorata e sincera riflessione di una combattente delle YPJ, intervenuta fra le prime dopo l’inizio dell’attacco alla popolazione civile.

In questo quadro, suona ancora più infame la propaganda turca, che sta cercando di far passare l’idea che le YPG/YPJ stiano mettendo in atto una sorta di pulizia etnica (da che pulpito!), appoggiata in questo perfino da alcuni media – in teoria – non mainstream, anche italiani, quale Radio Popolare, malgrado da settimane circolino comunicati delle/dei combattenti di segno opposto. In particolare, qui potete sentire un servizio del radiogiornale di Popolare Network del 28 giugno scorso, dove vengono riportate – malgrado l’uso sovrabbondante del condizionale – delle testimonianze secondo le quali la resistenza kurda avrebbe utilizzato metodi simili a quelli di ISIS (violenze contro le donne comprese!) nella liberazione di Girê Spî (Tel Abyad). Il tutto, ovviamente, senza il minimo accenno critico agli interessi turchi in questa propaganda e al ruolo della Turchia nell’ultima offensiva di ISIS a Kobane.

Ogni commento è superfluo….

Per chi volesse farsi un’idea propria e non addomesticata, segnaliamo questa aggiornatissima rassegna stampa.

“Noi non combattiamo contro ISIS soltanto col corpo…”

nessrin+abdallaÈ da alcuni giorni in Italia Nessrin Abdalla, 36 anni, comandante delle YPJ. Alcune di noi hanno avuto modo di partecipare ad uno degli incontri che si sono svolti con lei, proprio nei giorni del nuovo e sanguinoso tentativo di offensiva di ISIS a Kobane.

Oltre all’audio del suo intervento, abbiamo pensato di riportare alcuni stralci dalle interviste che sono state registrate. Questi stralci sono selezionati e “montati” in modo da costituire un approfondimento delle tematiche che il nostro blog ha più volte messo in risalto, in particolare per quanto riguarda la condizione delle donne in Rojava e la loro partecipazione al processo rivoluzionario in atto.

Quanto sia incisiva la partecipazione delle donne lo dimostra non solo il fatto che le donne siano presenti e attive su tutti i piani della lotta, dell’organizzazione sociale e della gestione del quotidiano, ma anche il modo in cui si è trasformato il linguaggio. È, infatti, assai consueto trovare nei comunicati ufficiali l’espressione “sorellanza tra i popoli” [sisterhood, nella traduzione inglese dal kurdo] e questo ci sembra un particolare non da poco, dopo secoli di fratellanze e fratriarcati che dell’oppressione delle donne ne hanno fatta la propria cultura e bandiera…

Ascolta l’intervento:

 

Ed ecco gli stralci dalle interviste…. Continua a leggere

Con Kobane nel cuore…

Le Unità di difesa delle donne e le Unità di difesa del popolo hanno ripreso completamente il controllo di Kobane e sono ora concentrate nei villaggi a sud della città.

Le vittime del massacro perpetrato da ISIS a Kobane, principalmente donne e bambini, sarebbero 201, e 249 le persone ferite.

Intanto in questa città, come ad Efrîn, sta arrivando chi fugge dalla pulizia etnica contro la popolazione curda in atto anche a Tebqa, non lontano da Raqqa.

La furia distruttiva di ISIS e la determinazione della popolazione curda e delle/dei combattenti sono ben visibili in queste immagini, scattate a Kobane ai primi dello scorso febbraio, all’indomani della liberazione della città.
Ringraziamo tantissimo Francesca e Nicola per averle condivise con noi.

Aggiornamenti dal Rojava

La giornata di ieri ci ha tenute col fiato sospeso, dopo l’incursione notturna di alcune decine di fondamentalisti dell’ISIS a Kobane, travestiti con altre uniformi (1 e 2) e con le barbe rasate.

Cerchiamo di fare una sintesi della situazione, al di là della miseria informativa dei media nostrani.

Oltre cento civili sarebbero stati uccisi dai militari del “Califfato” a Kobane e nei villaggi circostanti, ma le/i combattenti di YPG/YPJ avrebbero di nuovo sotto controllo la situazione e i combattimenti sarebbero circoscritti ai due edifici ancora occupati da ISIS, mentre 80 civili presi in ostaggio dalle bande di fondamentalisti nel centro città sarebbero stati liberati.

Nel “cuore del Califfato”, cioè a Raqqa, sarebbe in corso da ieri una pulizia etnica contro la popolazione curda, a cui erano state date 72 per lasciare la città, mentre nella provincia di Al-Baraka, sotto controllo dell’ISIS, ragazze yezide costrette alla schiavitù sessuale sarebbero state messe in palio come premi per una gara di memorizzazione del Corano in occasione del Ramadan. Continua a leggere

Her War: Women Vs. ISIS

“Le corrispondenti di RTD hanno avuto il permesso esclusivo di trascorrere tre settimane in un campo di addestramento delle YPJ, la divisione femminile delle Unità curde di protezione del popolo che combattono contro l’ISIS. La città di Serekaniye in Siria è l’ultima città importante che confina con lo “Stato islamico”. La popolazione locale, in prevalenza curda, è determinata a combattere gli assassini di ISIS e ad impedire loro di entrare in città. Tra le combattenti ci sono giovani donne, che hanno scelto di difendere se stesse e le loro famiglie dagli invasori”.

Le YPJ invitano le donne profughe a tornare nelle aree liberate, offrendo loro supporto umanitario

La comandante delle YPJ invita le donne di Girê Spî e Raqqa a tornare nelle zone liberate

15 giugno 2015

La comandante generale delle YPJ, Newroz Ehmed, ha invitato le donne di Girê Spî e Raqqa a tornare nelle zone liberate, e ha informato che le combattenti delle YPJ sulla linea del fronte hanno preparato delle camere speciali per garantire la sicurezza delle donne e soddisfare i loro bisogni urgenti. Ehmed detto che le YPJ hanno la responsabilità umana e il dovere di liberare le terre dalle bande ISIS.

La comandante generale delle YPJ, Newroz Ehmed, ha rilasciato una dichiarazione invitando le donne di Girê Spî e Raqqa a tornare nelle zone liberate e ad abbattere la crudeltà delle bande di ISIS attraverso la lotta comune e la solidarietà fra le donne curde e quelle arabe, così come fra le donne di diverse provenienze etniche.

Newroz Ehmed ha richiamato l’attenzione sul fatto che l’occupazione di ISIS ha imposto alle donne la schiavitù ed ha preso di mira soprattutto le donne per rafforzare ed estendere il proprio sporco sistema. Ehmed ha aggiunto che solo attraverso l’oppressione delle donne le bande di ISIS potrebbero imporre la schiavitù in tutta la società. Continua a leggere

Fino alla vittoria!

Biharin-630x325La comandante del fronte orientale delle YPJ (Unità di difesa delle donne), Biharin Kendal, alcuni giorni fa aveva detto che le YPJ/YPG avrebbero presto preso il controllo della porta di frontiera di Girê Spî-Tel Abyad (Rojava-Siria) / Akcakale (Turchia) – corridoio di transito dei volontari di ISIS e delle loro armi dalla Turchia verso il quartier generale dei fondamentalisti a Raqqa.

E così è stato: Girê Spî (Tel Abyad, in arabo) è stata liberata.

Biharin Kendal, rilevando le complicità dello stato turco con le bande fondamentaliste dello Stato Islamico che da due anni occupavano Girê Spî e i villaggi circostanti, aveva spiegato:
La liberazione di Tel Abyad, che è un’importante roccaforte di ISIS e interrompe il collegamento tra i cantoni di Kobanê e di Cizîrê, e l’unione dei cantoni impediranno ai gruppi di ISIS di lanciare i loro attacchi da questa regione su entrambi i cantoni. Inoltre, l’occupazione di ISIS in corso a Tel Abyad porta un serio embargo e l’accerchiamento del cantone Kobanê. In considerazione di tutti questi punti, la liberazione di Tel Abyad è di cruciale importanza sia per gli arabi che vivono nella regione, che per le popolazioni che vivono nel cantone di Kobanê e Cizîrê. […] Come abbiamo visto di persona e anche all’inizio attraverso la stampa, lo Stato turco sta fornendo a ISIS ogni tipo si supporto. Se  lo stato turco aiuterà ancora i gruppi di ISIS attraverso il valico di frontiera di Akçakale, dovrà sicuramente renderne conto. Lo stato turco ha dato tutto il sostegno possibile alle bande quando hanno attaccato Kobanê. Questo è stato dimenticato. Continua a leggere

Si è svolto a Dortmund l’11 Festival° Zilan delle Donne

Da FiratNews

Si è svolto  a Dortmund l’11 Festival° Zilan delle Donne

Domenica 14 giugno 2015
DORTMUND – ANF – Nizam BARAN

Si è svolto ieri a Dortmund, in Germania, l’11 Festival° Zilan delle Donne, partecipato da migliaia di donne nonostante il tempo piovoso.

Intorno al palco erano appesi uno striscione con scritto “Le donne costruiranno un sistema democratico con una libera leadership”, i manifesti coi volti di Ivana Hoffman, Arin Mirkan e altri combattenti delle YPJ cadute in Rojava nonché i manifesti dei tre donne curde che sono state assassinate a Parigi il 9 gennaio 2013.

Dopo il discorso di apertura e il messaggio di KJK, Denge Xwezaye-Jinen Dengbej, Meral Tekçi e Zelal Gökçe sono salite sul palco per una performance musicale, mentre le donne in abiti tradizionali ripetevano gli slogan “Donna, vita, libertà”, “Lunga vita al leader  Apo”, “Viva la resistenza delle YPJ/YPG”.

Commentando l’importante ruolo del festival per le donne curde che vivono in Europa, la portavoce del CENI (Bureau delle donne curde per la Pace), Ayten Kaplan, ha detto che quest’anno il festival è diventato ancora più importante in quanto è stato dedicato alle donne che hanno perso la loro vita nei combattimenti in Rojava, aggiungendo che Kobanê è stata liberata dalla lotta di donne come Arin Mirkan, mentre l’internazionalismo di Ivana Hofmann ha unito le donne. Continua a leggere

“Vendicherò le donne, vendicherò Arin….”

CGP_Q9mWcAAOPkKUna donna Êzîdî combatte nelle fila delle YPJ dopo essere fuggita dalla prigionia dell’ISIS

30 Maggio 2015
Til Temir – ANF – Mehmet Nuri Ekinci

Ha preso il suo nome da Arin Mirkan, simbolo della resistenza di Kobanê. La giovane donna Êzîdî ha dichiarato che le bande dell’ISIS hanno perso la loro umanità e che per loro è un grande sostegno morale il combattere tra persone che hanno diversi background etnici e religiosi.
Con il 73mo decreto contro gli Êzîdî, che ha avuto inizio quando i peshmerga hanno abbandonato Sengal, le bande dell’ISIS hanno catturato venti uomini e dodici donne Êzîdî. Arin Mirkan e i suoi amici fatti prigionieri hanno sopportato le torture delle bande  dell’ISIS per dieci giorni prima di riuscire a fuggire e raggiungere i monti di Sengal per riunirsi alle loro famiglie. Mirkan ha deciso che era giunto il tempo della vendetta e, secondo le sue stesse parole, si è “unita alle ‘hevals'(compagne)” invitando tutte le giovani ad unirsi alle YPJ. Continua a leggere

Intervista con YPG sulla liberazione di Mabruka

Da UIKI

Puoi raccontarci dell’operazione per la liberazione della città di Mabruka da ISIS? Quale è l’importanza strategica della città? Che la liberazione della città Mabruka, del Monte Kezwan (Abdulaziz) e del circondario di Tal Temir e della linea che porta a Habur Hasaka sia benedetto da tutti i popoli del mondo e dalle popolazioni curde, arabe e siriache che vivono nella regione. L’operazione per liberare il versante poccidentale del cantone di Cezire è terminata con un grande successo. La città è un punto strategico per quanto riguarda la presenza della diversità di popoli nella regione e per essere situata tra Hasake, Serekanye, Tal Abyad e Raqqa. Le aree curde e arabe sono collegate tra loro attraverso Mabruka. Questa città dove pesanti scontri hanno avuto luogo e molti nostri combattenti sono caduti, è stata una ferita in noi. La liberazione della città per noi è un santo progresso.

Che tipo di vantaggio darà nei prossimi giorni alle YPG e alle YPJ la liberazione del Monte Kezwan (Mt. Abdulaziz) e della città di Mabruka? La liberazione di questa città significa la liberazione del lato della frontiera per il cantone di Cezire in primo luogo. È importante anche per la fraternità dei popoli in quanto ospita il popolo arabo e quello curdo. La zona è abitata prevalentemente da arabi. Continua a leggere