“Ogni donna ha il potenziale per essere forte e libera”

Nel Kurdistan del nord continuano i violentissimi attacchi contro le città che hanno dichiarato l’autogoverno , come è evidente dalle notizie dell’agenzia di stampa ANF.
Schermata 2015-08-18 a 12.27.08

L’Unione delle comunità del Kurdistan denuncia la profanazione dei cadaveri di civili e guerriglieri/e i cui pezzi vengono sparsi in giro dalle forze di polizia.

Abbiamo tradotto un articolo dal Guardian che, a dispetto del titolo riduttivo, dà un’idea del legame tra la guerriglia e la popolazione.

Le donne kurde pregano per la pace mentre crescono i timori di una guerra civile in Turchia.
Erdogan lancia attacchi missilistici mentre esplode il conflitto con il PKK dopo due anni di calma

Un gruppo di donne è riunito in alpeggio, un grande gregge di capre sciama intorno a loro. Alcune mescolano grandi vasi di latte per fare lo yogurt, altre preparano il tè. Quando un missile viene lanciato da un avamposto militare turco in lontananza, non alzano nemmeno gli occhi verso quel suono.

“Tutto ciò che vogliamo, che speriamo e per cui preghiamo è la pace” dice Gülsen, 45 anni. “Come donna, la guerra mi riguarda da vicino”. “Ho paura di uscire, perché potrebbe accadermi qualcosa. Se uno dei miei figli ritarda anche solo di mezzora, mi preoccupo terribilmente. Vogliamo disperatamente la pace”.

Un’altra donna annuisce con rabbia. “Non aveva promesso [il presidente turco Recep Tayyip Erdogan] che nessuna madre in questo paese avrebbe mai più dovuto piangere di nuovo? E ora guardate quello che sta facendo: la guerra!”. Continue reading

Seppelliamo Bülent Arinç con una risata!

Il primo ministro turco Bülent Arinç, già famoso per aver cercato di dissuadere le donne dal ridere in pubblico, si è rivolto ieri ad una donna urlandole “Sta’ zitta, che sei una donna!“. Ovviamente, come un anno fa, le reazioni ironiche anche questa volta non si son fatte attendere (1 e 2).

Contribuiamo anche noi a seppellire Bülent Arinç con una risata, pubblicando una bella foto di donne combattenti del PKK e la traduzione di un articolo scritto dalle YPG in occasione dell’anniversario della rivoluzione in Rojava.

guerrigliere_PKK
Continue reading

Report dal convegno di Amburgo “Sfidare la modernità capitalista”

Si è svolto ad Amburgo dal 3 al 5 aprile un convegno organizzato dalla comunità curda dal titolo Sfidare la modernità capitalista. Ce lo raccontanto due compagne del collettivo femminista F9 di Roma dai microfoni di Radio Onda Rossa.

Per ascoltare l’audio

Sfidare la modernità Capitalista: il femminismo e il movimento di liberazione kurdo

Da UIKI

Intervento di Dilar Dirik alla Conferenza “Sfidare la Modernità Capitalista II” Amburgo 3-5 Aprile 2015

La Marcia Mondiale delle Donne di quest’anno è partita al confine tra il nord e l’ovest del Kurdistan, la linea artificiale che separa le due città gemelle di Qamislo e Nisêbin. La commissione ha preso questa decisione al fine di rendere omaggio alla resistenza delle donne delle Forze di Difesa YPJ in Kobane contro lo Stato islamico. Questo fatto, tra molti altri esempi, illustra l’improvviso interesse delle femministe di tutto il mondo per il movimento delle donne curde.

In questo periodo cruciale in cui le donne curde hanno contribuito ad una riarticolazione della liberazione delle donne, rifiutando di seguire le premesse dell’ordine globale patriarcale basato sullo stato-nazione, rompendo il tabù della militanza femminile, recuperando il concetto di legittima difesa, dissociandosi dal monopolio del potere da parte dello Stato, e combattendo una forza brutale (non per conto di forze imperialiste, ma al fine di stabilire i propri termini di liberazione, non solo dalle organizzazioni statali o fasciste, ma anche la propria comunità), che cosa può imparare il movimento femminista dall’esperienza delle donne curde?

Naturalmente, non c’è un unico femminismo, ma diversi filoni a volte molto diversi tra loro. Le specifiche caratteristiche dell’esperienza delle donne curde, che ha creato la coscienza vissuta e diretta del fatto che le diverse forme di oppressione sono collegate tra loro, così come la critica del movimento di liberazione curdo del colonialismo e dello stato, forse suggeriscono ai movimenti femministi anarchici e post-coloniali di essere più vicini all’esperienza delle donne curde.
Eppure, pur rivendicando il femminismo come parte importante della società storica e la sua eredità come patrimonio, le discussioni all’interno del movimento delle donne curde oggi mirano a indagare i limiti del femminismo e andare oltre lo stesso. Questo non significa rifiutare il femminismo – entrambi i concetti sono visti come complementari. Andare oltre significa sistematizzare un’alternativa al sistema dominante attraverso una critica sistemica e radicale; significa la communalizazione della lotta, soprattutto politicizzando la base e trasformando o metaforicamente uccidendo il maschile cosi come mettere in discussione l’intero ordine mondiale. Continue reading

La storia sconosciuta della lotta delle donne curde

Kara_FatmaLa guerra in Medio Oriente contro lo Stato islamico d’Iraq e di Levante (ISIL) ha attratto l’attenzione del mondo intero sulla regione. L’attenzione si concentra in particolare sulle donne combattenti curde che hanno anche abbellito la copertina di riviste femminili, come Marie Claire.

Questa esplosione di copertura mediatica non è solo sensazionalista, ma sottovaluta anche tutta una storia di donne curde nella loro richiesta di riconoscimento politico e per la loro lotta per l’uguaglianza di genere.

Continua a leggere l’articolo su Retekurdistan

La rivoluzione delle donne curde: una resistenza leggendaria

“Dalle donne del Rojava a noi” | 8 marzo 2015 | Villa Pallavicini, Milano                           Intervento di Nursel Kilic, responsabile della commissione esteri del movimento delle donne curde.

Le donne curde hanno delle caratteristiche particolari, sono originarie di un popolo diviso in quattro paesi e obbligate a vivere sotto dei differenti regimi oppressori. Doppiamente discriminate, si sono dovute confrontare con degli approcci discriminatori in tutti gli ambiti della società. Si sono ritrovate a confrontarsi con politiche che negano non solo la loro identità ma anche il loro genere. Anche loro, come la gran parte delle donne di questo mondo, sono state formate sulla base dei principi ricevuti e sottomesse a dei ruoli concepiti dal sistema patriarcale. Un sistema che si è riprodotto in tutte le strutture monopoliste della società. Le curde, vivendo in comunità, provengono da differenti credenze e religioni e, rispetto a questo, hanno alcune divergenze riguardanti la posizione della donna nelle differenti strutture sociali.

Una questione fondamentale che ha decretato il risveglio delle donne curde è stata una presa di coscienza riguardo al colonialismo e alle politiche di assimilazione. Si sono avvicinate e, in seguito, impegnate attivamente nella lotta per il riconoscimento dei loro diritti culturali e d’identità all’interno di uno spirito nazionale. Queste donne, portatrici di una cultura curda, sono fino ad oggi le architette di un ponte storico per la trasmissione della lingua e delle tradizioni curde. Hanno affrontato, sotto condizioni molto pesanti, approcci colonizzatori riprodotti non soltanto dalle autorità statali ma anche dalle comunità dove sono state spesso accusate dagli attori della dominazione maschile di essere inferiori e incapaci. Una colonizzazione etnica e sessuale allo stesso tempo. Queste donne, originarie della Mesopotamia,culla della civilizzazione, lottano oggi per reintrodursi a pieno titolo nei ranghi dell’umanità. Continue reading

Democrazia senza stato: come il movimento delle donne curde ha liberato la democrazia dallo stato

Prima di cominciare, vorrei dedicare questo discorso a tutte le donne rivoluzionarie che lottano in tutto il mondo, specialmente a coloro che stanno combattendo contro quella disgustosa mentalità che si definisce Stato Islamico. Come sapete le donne curde si trovano al momento a combattere contro l’IS in prima linea. Inoltre vorrei dedicare questo discorso a tre donne curde rivoluzionarie che furono brutalmente assassinate nel cuore di Parigi l’anno scorso. Noi stiamo aspettando giustizia per Sakine Cansiz, Fidan Dogan e Leyla Solemez da un anno, otto mesi e dodici giorni.

Azadî, libertà. Un concetto che ha catturato l’immaginario collettivo del popolo curdo per lungo tempo. L’ideale, apparentemente irraggiungibile, di un Kurdistan libero assume però molteplici forme, a seconda di dove ci si posizioni all’interno dell’ampio spettro della politica curda. La crescente indipendenza dallo stato iracheno del Governo regionale del Kurdistan (KRG) nel Kurdistan meridionale (Bashur), così come i grandi risultati ottenuti dal popolo curdo nel Kurdistan occidentale (Rojava), nonostante la guerra civile siriana nel corso dell’ultimo anno, stanno facendo rinascere il sogno di una vita libera per i curdi in Kurdistan.

Ma cosa significa libertà? Libertà per chi? La questione curda è spesso concepita come una questione relativa alle relazioni internazionali, agli stati, al nazionalismo e all’integrità territoriale. Tuttavia, la libertà è una questione che trascende l’etnicità come anche i confini artificiali dello stato nazione. Per essere in grado di parlare di un Kurdistan che meriti realmente l’attributo di “libero”, tutti i membri della società devono avere pari accesso a questa “libertà” e non solo in senso giuridico ed astratto. Non è l’ufficialità di un entità chiamata Kurdistan – abbia essa la fisionomia di uno stato indipendente, uno stato federale, un governo regionale o di qualsiasi altra forma di autodeterminazione – a definire il benessere della popolazione curda. Piuttosto è la situazione delle donne ad essere un buon indicatore del grado di democrazia e libertà di una data società. Continue reading

Cortei a Roma e Bologna per l’8 marzo

8marzo2015-romaJIN, JÎYAN, AZADÎ
LA LOTTA DELLE DONNE KURDE È LA LOTTA DI OGNUNA DI NOI

L‘8 marzo 2015, 104 anni dopo la proclamazione della Giornata Internazionale delle Donne, le donne di tutto il mondo combattono ancora contro il sistema di dominio patriarcale.

Gli attacchi contro le donne diventano sempre più profondi e si sviluppano in modo sistematico o strumentalizzato per alimentare/aumentare norme repressive e securitarie in ogni ambito dell’esistenza fino al femminicidio, che spesso  non viene riconosciuto come tale. La violenza sulle donne, l’eteronormatività, il sessismo, il razzismo, lo sfruttamento, le restrizioni sulla libertà di scelta e di autodeterminazione, l’isolamento sono i dispositivi attraverso cui lo stato capitalista e patriarcale esercita il proprio controllo sulle nostre vite e contro cui ci vogliamo ribellare. Le donne hanno oggi più che mai l’urgenza di costruire insieme la propria autodifesa. Continue reading

La rappresentazione delle combattenti curde nei media

45e8f4939bc3bd36e4b87ab1e324d227_L

 

 

 

 

 

La rappresentazione delle combattenti curde nei media

In seguito agli omicidi di Sakine Cansiz, Fidan Dogan e Leyla Saylemez, il 9 gennaio 2013 a Parigi, i media mainstream si sono improvvisamente concentrati su una questione a lungo trascurata quanto affascinante: il ruolo rilevante delle donne nel movimento di liberazione curdo.

Nel corso degli ultimi due anni, i curdi hanno preso il controllo sul Kurdistan occidentale (Rojava) e hanno gradualmente istituito strutture di autogoverno nel bel mezzo della guerra civile siriana. Fin dall’inizio, le donne sono state parti attive nella Rivoluzione del Rojava attraverso il loro impegno civile e politico, ma ciò che ha più colpito i media mainstream occidentali è stata l’identità delle donne che, come uguali militanti, combattono in guerra. Queste donne, che combattono contro il regime di Assad e contro i gruppi jihadisti, sottolineano ripetutamente che la loro è una lotta per la libertà su più fronti, come curde e come donne.

Continue reading