Per comprendere meglio il ruolo giocato dal report di Amnesty in chiave anti-kurda e, soprattutto, quale tranello stia cercando di tendere la Turchia colpendo le postazioni delle YPG in Rojava, abbiamo tradotto le parti salienti di un articolo di Fehim Tastekin, pubblicato originariamente su Al-Monitor e poi ripreso da Kurdish Question.
[…] Di recente, le forze armate turche (TSK) hanno colpito le Unità di difesa popolare (YPG). Le YPG hanno rilasciato una breve dichiarazione riconoscendo che l’esercito turco aveva attaccato le loro postazioni sul confine, usando fucili A-4 dalle 19 alle 21 del 24 ottobre e mitragliatrici MG-3 il 25 ottobre, dalle 2 alle 4 del mattino. Le TSK hanno elencato, come al solito, tutte le loro azioni sul loro sito web, ma non hanno menzionato questi particolari attacchi. Il governo non ha aperto bocca fino alla notte del 26 ottobre, quando il primo ministro Ahmet Davutoglu durante una trasmissione televisiva ha affermato: “Noi avevamo detto sia alla Russia che agli Stati Uniti che il PYD non avrebbe attraversato il fiume Eufrate verso nord. Abbiamo colpito il PYD due volte”.
I media filogovernativi hanno riportato una diversa versione dei fatti. Secondo il Daily Sabah “Gli aerei turchi hanno colpito due barche delle YPG che tentavano di infiltrarsi ad ovest dell’Eufrate. I militanti sulla barca erano stati invitati ad allontanarsi”. Sabah ha anche riportato che le YPG stavano cercando di infiltrarsi nella zona da Azaz est a Jarablus, che la Turchia considera una zona di sicurezza.
Coloro che hanno riportato questa notizia erano apparentemente inconsapevole di certi fatti. Le YPG e i loro alleati arabi avevano preso Tel Abyad in giugno. L’asse Jarablus-Raqqa si trova tra Kobanê e la linea Azaz-Marea, che la Turchia ha dichiarato una linea rossa. In altre parole, secondo quanto riportato dal Daily Sabah, l’area in questione è controllata da ISIS. Se, come riportato, i/le combattenti delle YPG avevano attraversato l’Eufrate verso ovest, non si stavano dirigendo verso la zona di sicurezza in Turchia, ma verso Jarablus, controllata da ISIS. Se gli aerei turchi hanno davvero colpito le barche delle YPG nel fiume, ciò significherebbe che la Turchia stava impedendo che le unità delle YPG raggiungessero le posizioni di ISIS, stavano, quindi, difendendo indirettamente ISIS. Continua a leggere